Fiaccolata, l’ennesima polemica fra Cavalli e l’Unione

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«Parteciperò alla fiaccolata per la sicurezza, un’iniziativa non di parte che ha come primo obiettivo quello di spronare il governo a mantenere le promesse fatte a Brescia». «È una manifestazione tutta politica e Cavalli va in piazza contro se stesso, perché in provincia il problema è maggiore che in città e il Broletto non ha fatto nulla per risolverlo».
È stato un botta e risposta a distanza quello fra il presidente della Provincia Alberto Cavalli e i vertici del centrosinistra, che ieri – quasi in contemporanea – hanno convocato due distinte conferenze stampa per affrontare il tema della sicurezza in vista della fiaccolta organizzata dalla Casa delle libertà per venerdì 20. Un muro contro muro che segue alla lettera il copione degli ultimi giorni e che, c’è da aspettarselo, rimarrà invariato anche nella giornata di oggi quando a dire di loro saranno in incontri separati con la stampa le opposizioni di Palazzo Loggia e Broletto.
Ad aprire le danze, ieri mattina, è stato Cavalli, che ha tracciato un quadro allarmante. «Brescia», ha detto, «è al 30esimo posto nella graduatoria italiana delle città più vivibili e al 90esimo per quanto riguarda la sicurezza. Ancora: la Leonessa è fanalino di coda nel rapporto tra la presenza delle forze dell’ordine, la popolazione e i crimini denunciati, che tra l’altro sono in continua crescita e anche nei primi tre mesi del 2007 seguono una parabola ascendente». Subito dopo il presidente del Broletto non ha mancato di portare il colpo ai vertici del Comune, rivali di sempre in una bega tra istituzioni che va avanti da anni. «Un terzo dei reati del Bresciano», ha detto, «vengono consumati in città, a fronte di una popolazione che è circa un sesto di quella della provincia». Quindi Cavalli ha chiesto maggiore attenzione al Governo e ha puntato l’indice sul fenomeno dell’immigrazione che «incrementa il numero dei reati e distoglie le forze dell’ordine dal loro compito principale».
Opposto, ovviamente, è stato il leit motiv della conferenza convocata mezz’ora dopo dal centrosinistra – segretari cittadini, parlamentari e capigruppo in consiglio – per dare conto del vertice di martedì in Loggia i cui contenuti sono già stati anticipati da il Brescia. «Vogliamo chiedere alla Casa delle libertà di evitare i cortei di parte», ha detto il deputato diessino Pierangelo Ferrari, «su questo tema la politica non può dividersi: la proposta che facciamo alla Cdl è quella di un incontro – magari con prefetto e istituzioni locali – per affrontare insieme, con serietà, il problema. Anche se». ha aggiunto, «a Brescia non esiste una vera emergenza sicurezza». E subito gli ha fatto eco il parlamentare Emilio Del Bono che – dopo aver elencato quanto fatto dal governo per la città – ha definito la manifestazione della Cdl «inutile, faziosa e controproducente» perché «contribuisce a diffondere la paura». Il deputato della Margherita ha quindi denunciato  il silenzio di Cavalli durante il governo Berlusconi ed evidenziato che «nell’ultimo anno i reati sono aumentati in provincia, mentre la città è più sicura e a testimoniarlo c’è anche il fatto che ad inizio 2006 fa c’era una sola pattuglia operativa giorno e notte, mentre oggi sono quattro». Nonostante questo «le spese per la sicurezza devono essere sottratte dai calcoli per il patto di stabilità, servono ancora più agenti di polizia e bisogna potenziare l’organico di tribunale e procura. Mercoledì», ha concluso, «gireremo questa richiesta direttamente al vicepresidente del Csm Nicola Mancino, certi della sua attenzione».

Da il Brescia, 13 aprile 2007

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