La replica della Loggia

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Da il Brescia, 20 aprile 2007, di Andrea Tortelli

«Su questo tema non permetterò il dilagare di menzogne: risponderò colpo su colpo ad ogni falsità». È un Corsini battagliero, al limite del machismo, quello che ieri – con il vice Luigi Morgano e l’assessore Dionigi Guindani – ha presentato alla stampa il quarto rapporto comunale sulla sicurezza urbana (consegnato mercoledì al prefetto) e annunciato le ragioni per cui, stasera, non parteciperà alla fiaccolata promossa dalla Casa delle libertà.
«Ho  il massimo rispetto per i cittadini che in buona fede sceglieranno di scendere in strada», ha spiegato il sindaco, «ma non posso prendere parte a un’iniziativa che strumentalizza in chiave politica le preoccupazioni della gente. A testimoniarlo», ha aggiunto, «c’è anche il fatto che – nonostante nei volantini della Cdl si annunci la partecipazione di “artigiani e commercianti” – nessuna  organizzazione di categoria ha aderito alla manifestazione, nemmeno l’Associazione artigiani che pure è guidata da un noto esponente del centrodestra (l’assessore provinciale all’Ambiente Enrico Mattinzoli, di An, ndr)». Il sindaco di Brescia, quindi, ha rilanciato la proposta di «una conferenza programmatica pubblica sulla sicurezza organizzata da Comune, Provincia e Regione». Una richiesta subito ribadita da Guindani che – dopo aver sottolineato con Morgano che «dati alla mano, non esiste alcuna emergenza sicurezza nel Bresciano» – ha bollato la fiaccolata come «un gioco molto pericoloso, perché alimenta le paure della gente». «Gli effetti della manifestazione di Milano», è quindi tornato ad attaccare Corsini,  «si sono visti in via Sarpi, con il risveglio di una comunità che fino al giorno prima era pacifica, o nella situazione dei campi nomadi:  nel Capoluogo lombardo ce ne sono 21 regolari, 32 irregolari e 2000 bambini per strada, mentre da noi i nomadi erano mille nel 2001 e oggi sono meno di 250». La verità, secondo il primo cittadino, è che «si tratta di una manifestazione strumentale contro il Governo, che pure ci ha dato tutto quello che avevamo chiesto al precedente esecutivo. Nelle ultime settimane», ha chiarito, «la Cdl si è scagliata contro il fatto che i 35 agenti arrivati in questura fossero solo aggregati dimenticando però che sono le norme a prevedere un periodo di in attesa prima della stabilizzazione, che avverrà il 30 aprile. Ancora: è questo governo che ha stanziato i 720mila euro che servivano per gli interventi sulla questura e che ha sbloccato la situazione del Palagiustizia. Ed è il ministro Amato che ha deciso di destinare a Brescia le nuove automobili di servizio». Infine, illustrando l’impegno della Loggia per garantire la sicurezza dei cittadini, Corsini ha criticato i «cuor di leone» e – riferendosi al presidente della Provincia Alberto Cavalli – «il dormiente, che oggi scende in piazza, ma prima non ha mai chiesto l’intervento del governo per le rapine in villa, gli omicidi in provincia o l’assassinio di Hina, che lo ricordo è avvenutoa  Sarezzo: non in città».
«Sono stato io», ha affondato il colpo Corsini, «l’unico ad attivarmi su questi fronti». Quindi, a seguire, una lunga sfilza di numeri: 52 alla polizia locale, 72 ai carabinieri, 83 alla questura, 32 alla guardia di finanza e 27 all’Asl. In tutto 272 segnalazioni che Corsini – dal gennaio 2006 al marzo di quest’anno – ha fatto di persona alle autorità preposte per evidenziare situazioni anomale. «Con una media», ha precisato, « di 0,80 al giorno».

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