Elezioni per soli uomini

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Da il Brescia, 30 aprile 2007 (andrea tortelli)

Da anni si fa un gran parlare di quote rosa – quote panda secondo i detrattori – ma al dunque il risultato è sempre lo stesso: in lista le donne non ci sono. Su 27 aspiranti sindaci che a fine maggio si contenderanno i nove Comuni bresciani al voto, infatti, soltanto cinque appartengono al “gentil sesso” (il 18 per cento). E poco importa che tre di queste, in quanto sindaci uscenti, abbiano ottime possibilità di essere rielette. Perché – per paradosso – il record negativo di candidature al femminile in una singola lista spetta proprio a quelle formazioni che sostengono una donna per il massimo incarico. Così accade a Gottolengo, dove Giuliana Pezzi è appoggiata da una lista con due sole donne (il 13 per cento del totale). E lo stesso avviene a Paspardo dove Delia Orsignola ha battuto ogni record visto che il suo “Progetto Comune” è interamente al maschile (12 candidati) e l’unica “Maria” in lista di primo nome fa “Giovanni” (Giovanni Maria Salari). Peggio, in questa tornata, ha fatto soltanto Forza Nuova che lo zero lo raggiunge – oltre che a Paspardo – anche a Provaglio Valsabbia. Ma per fortuna a salvare la situazione (e a smentire il teorema secondo cui le donne devono guardarsi innanzi tutto da se stesse) ci hanno pensato Maria Rosa Zanon e il sindaco di Odolo Adriana Vitali. La prima – per portare a termine la proibitiva – missione di conquistare Gottolengo – di donne ne ha volute sette su 16 (il 43 per cento). La seconda cinque su 12 (41, 6 per cento).
La realtà dei numeri, però, negli altri Comuni è ben diversa: su 607 aspiranti consiglieri le donne sono 152: meno del 25 per cento. Il paese più maschilista – almeno a guardare i dati – è Paspardo dove il rapporto fra donne e uomini è circa di uno a nove. Il Comune più moderno è invece Odolo, dove quasi un candidato su tre appartiene al gentil sesso (32,6 per cento), seguito a ruota da Acquafredda (31 per cento) e Gottolengo (29 per cento, ma con le disparità già citate fra le due liste in campo). Leggermente sopra la media si colloca Desenzano, il più grande dei Comuni bresciani chiamati a rinnovare sindaco e consiglio. Il primo cittadino uscente, Fiorenzo Pienazza, ha candidato il 26,6 per cento di donne, staccando dello 0,1 – almeno in questa classifica – lo sfidante Felice «Cino» Anelli (42 donne contro 116 uomini nelle otto liste che lo appoggiano). Mentre il “terzo incomodo” Enrico Frosi si ferma al 25. Nella capitale della Franciacorta bene la Rovato civica del sindaco uscente Andrea Cottinelli (più di un terzo) e l’ex forzista Vittore Martinelli (sei donne su venti nomi per Rovato futura), malissimo la Rovato delle libertà di Alessandro Conter (soltanto il 10 per cento, uno dei dati più bassi). Percentuali modeste anche a Cazzago San Martino (18,75 per cento, ma a risollevare il risultato è il 31 per cento dell’uscente Giuseppe Foresti), mentre a Darfo Boario Terme la media è del 24 per cento. Ai due estremi l’ex primo cittadino Luigi Palamatti (“Il centro destra”) con il 15 per cento  di donne e Oliviero Valzelli (“La civica, undici paesi una città”) con il 30 per cento. Ma in nessun caso  ci si avvicina al fatidico 50 per cento, perché il maschilismo della politica è più forte anche del calcolo delle probabilità.

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