Ds, Franzoni al 65 per cento

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Da il Brescia, 6 maggio 2007 (andrea tortelli)

È fatta. Giuseppe Franzoni, 50 anni spesi per la metà nell’amministrazione comunale di Ghedi, è il nuovo segretario dei Ds bresciani e traghetterà il partito fino alla fusione con la Margherita. A votarlo sono stati in 185, il 65 per cento dei delegati presenti (6 no, 93 bianche e una nulla). Un dato che – se paragonato al 58 per cento conquistato dalla sua mozione nei congressi di sezione – dimostra come quello di ieri per la Quercia bresciana non sia (ancora) stato il congresso degli addii e delle lacrime. Pianti – all’auditorium della scuola Bettinzoli – non se ne sono visti e anche le schede bianche annunciate dal palco dai delegati della Angius (e della Mussi) in più di un caso nel segreto dell’urna si sono trasformate in un voto pieno di fiducia. Così come il 30 per cento di non partecipanti al voto appare più come un segnale di distensione (o almeno del fatto che le opposizioni non si sono organizzate per una lotta dura) che di sfiducia. Un clima positivo, dunque, che ha trovato sintesi anche nel primo – e breve – discorso da segretario eletto di Franzoni, preceduto come da tradizione da una “Bella ciao” diffusa ad alto volume dall’impianto audio. Dopo aver annunciato che lunedì contatterà il segretario della Margherita Gianantonio Girelli per avviare un percorso comune, infatti, Franzoni si è rivolto ai giovani del partito (quasi tutti schierati con Mussi) invitandoli a non abbandonare la casa madre.
Ma nel congresso di ieri – come era ovvio – non sono mancate posizioni più nette. Il segretario cittadino Gianbattista Ferrari, ad esempio, ha spiegato che «siamo ancora qui a domandarci come mai non riusciamo a partire, quando il treno del Partito democratico è già partito». Mentre l’altro Ferrari (Pierangelo, deputato e uno dei leader della mozione Fassino) ha criticato l’atteggiamento di chi si oppone al progetto in nome della collocazione europea perché «il Pse è uno schieramento eterogeneo, ma di stampo riformista e chi oggi rivendica quest’appartenza dovrebbe andare con Boselli, non con il Prc». Duri anche il consigliere comunale Rocco Vergani («nel Pd non c’è spazio per vecchie o nuove oligarchie») e l’ex parlamentare Aldo Rebecchi che ha attaccato chi ha annunciato che se ne andrà allo scioglimento dei Ds (previsto per ottobre). «Come si fa a dirlo oggi?», ha domandato, «le decisioni si prendono alla fine: se le cose stanno così è più limpida la decisione del compagno Fabio Mussi di andarsene da subito». Di parere opposto Marco Fenaroli (segretario dello Spi e, forse, prossimo leader della Camera del lavoro bresciana) e Arturo Squassina. «Non smobilitiamo», ha detto il riferimento del Correntone bresciano, «staremo qui finchè esisteranno i Ds e da subito fonderemo un’associazione che guarderà a tutto ciò che c’è alla sinistra della Quercia». Ma nel Correntone c’è anche chi la pensa in maniera diversa, come il giovane Michele Bondoni. «Secondo me», spiega, «è importante che si rimanga dentro anche oltre ottobre, per tutta la durata del processo costituente, in modo condizionare verso sinistra il processo. Poi tracceremo un bilancio». Nel frattempo Bondoni giudica positivamente le aperture degli Angius e la loro volontà di costituirsi in corrente («credo che si possano creare rapporti significativi»). Mentre boccia l’invito a fare in fretta lanciato nella mattinata all’assemblea dal segretario regionale dei Dl Guido Galperti perché «ne uscirebbe per forza qualcosa si raffazzonato».

Beppe Franzoni, vicesindaco di Ghedi da 13 anni, sarà il nuovo segretario dei Ds. L’hanno deciso ieri i delegati della mozione Fassino. Oggi parte il congresso (si parte con la relazione di Bragaglio e si chiude con Bersani), domani l’elezione.

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