Parte il nuovo processo

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    28 maggio del 1974, una data che segnerà per sempre la storia della nostra città. Una bomba piazzata in piazza Loggia durante una manifestazione organizzata dal comitato permanente antifascista e dalle segreterie provinciali delle sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil  uccide Giulietta Banzi Bazoli, Livia Bottardi Milani, Clementina Calzari e il marito Alberto Trebeschi, Euplo Natali, Bartolomeo Talenti, Luigi Pinto, Vittorio Zambarda. 8 persone morte, un centinaio in totale quelle ferite e da allora ben 8 processi contro mandanti ed esecutori materiali rimasti ignoti. Partirà domani il nono processo presso la corte d’assise presieduta da Enrico Fischetti, Roberto Di Martino il procuratore capo e Francesco Piantoni il sostituto. Sei gli imputati chiamati a giudizio che dovranno rispondere di "concorso in strage": Carlo Maria Maggi, Delfo Zorzi, Maurizio Tramonte, Giuseppe Rauti, Francesco Delfino, Giovanni Maifredi. Pazzesca la mole di documenti passati al vaglio dai procuratori, oltre 750mila pagine di inchiesta che raccolgono testimonianze e materiale processuale messo insieme da anni di lavoro e da 8 precedenti processi. Secondo il procuratore la strage venne organizzata da Ordine nuovo di Pino Rauti, con la collaborazione di apparati statali, per accrescere la tensione in Italia e favorire una svolta militarizzata del Paese. Tra accusa, difesa e parte civile saranno un migliaio i testimoni chiamati a deporre. Tra gli altri Giulio Andreotti e Francesco Cossiga.

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