Il nuovo capannone fa discutere

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    Periodo difficile per le industrie bresciane. Particolarmente difficile per le acciaierie che già da mesi hanno messo gli operai in cassa integrazione: riduzione degli orari di lavoro per i più fortunati, blocco totale dei forni per altri. Anche alla Ori Martin. Nelle ultime settimane però gli abitanti del quartiere delle Gabiane sono preoccupati più che per il lavoro che manca per la grandezza del nuovo capannone, innalzato la scorsa estate, che ospiterà la colata continua. Un mostro altro 31 metri che, pur essendo assolutamente a norma, crea un certo disagio. Disagio perchè gli edifici a nord dello stabile avranno il sole coperto per molte ore durante il giorno, e per molti mesi durante l’anno. I cittadini non sono rimasti con le mani in mano: si sono riuniti in comitato ed hanno raccolto 237 firme per una petizione inviata a sindaco di Brescia, assessore all’ecologia (Paola Vilardi), ufficio della circoscrizione, Asl e Arpa. Proprio dall’Arpa vengono alcune, provvisorie, rassicurazioni: «L’attività della Ori Martin si svolge sulla base di un’Autorizzazione integrata ambientale rilasciata a fine 2006. È previsto che nei cinque anni successivi all’Aia vengano effettuati almeno due controlli per accertare che l’azienda si attenga alle prescrizioni contenute nell’autorizzazione. Le visite ispettive sono iniziate proprio nel 2008 ed è in corso una serie di controlli specifici su tutte le problematiche ambientali. La campagna si protrarrà per circa tre mesi, ed è previsto che la relazione su questa attività sia pronta nel prossimo febbraio. I risultati saranno resi noti a Comune, Provincia, Asl e azienda interessata». I problemi evidenziati dai residenti non si limitano all’impatto visivo ma coinvolgono l’inquinamento dell’aria e quello acustico.
    A.C.

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