Il bonus bebè alle sole famiglie bresciane, il progetto della Gelmini di istituire classi-ponte frequentate da alunni stranieri, l’immancabile riferimento alla odiata Bossi-Fini: questi i motivi che hanno spinto circa 4mila immigrati bresciani a protestare ieri lungo le vie del centro. O meglio del centro escluso corso Zanardelli, via Mazzini e piazza Paolo VI. Ha funzionato il presidio voluto dall’amministrazione per impedire l’accesso al salotto buono dello shopping bresciano, alla fine i manifestanti, nonostante qualche accenno di protesta nemmeno troppo vibrante, non hanno creato disordini. Paroli e i suoi hanno voluto tenere fuori gli immigrati per non danneggiare i commercianti alle prese con la crisi economica. Gli immigrati non hanno fatto storie e con canti e striscioni colorati hanno percorso via San Faustino, il Carmine, i dintorni della stazione e poi corso Martiri della Libertà. In piazza Rovetta alcuni sostenitori del corteo appartenenti al centro sociela Magazzino 47 hanno fissato a terra (non solo simbolicamente: con trapani hanno bucato e hanno fissato con viti) alcune panchine come segno di protesta contro Mario Labolani che le ha fatte togliere per evitare la formazione di capannelli di immigrati.
A.C.
Ho letto che alcuni manifestanti hanno ricollocato le panchine in Corso Zanardelli. Bravi!!!!! Anche io mi sedevo spesso per fumare una sigaretta o fare due chiacchere. Viva le panchine!
Non c’è che dire. I giovani del magazzino 47 si sono dimostrati più intelligenti di Paroli e dell’intera giunta. Evviva le panchine.