Omicidio di Desenzano del Garda, Stefano Rizzi si difende

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Il ragazzo di Calcinato in carcere per l’omicidio di Mohammed Chamrani, l’unico maggiorenne al momento dell’assassinio, si difende dalle accuse accusando. La famiglia di Stefano Rizzi ha scelto Luca Broli come avvocato che seguirà il caso; dopoil primo colloquio tra Broli e il giovane, colloquio durato circa due ore, emergono particolari che gettano nuova luce sul caso. Innanzitutto bisogna ricordare che Stefano Rizzi nei giorni scorsi, al padre e ad altri amici, aveva confidato di avere agito per vendetta nei confronti della vittima reo di avergli fatto delle avances pesanti, non gradite e per questo punite con le percosse e l’annegamento (i particolari sono emersi nelle intercettazioni ambientali grazie alle microspie installate dagli agenti). Ieri invece Stefano avrebbe confessato a Luca Broli che il vero responsabile materiale dell’assassinio sarebbe uno degli altri due arrestati, più precisamente il napoletano (l’altro ragazzo è albanese, italiani i due amici che avrebbero “solo” assistito; tutti e cinque i ragazzi sono di Calcinato). Stefano non avrebbe denunciato alla polizia l’amico per non tradirlo.
Stamattina a Canton Mombello l’interrogatorio di garanzia davanti al gip Lorenzo Benini e al pm Lara Ghirardi.
a.c.

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1 COMMENT

  1. I cattivoni sarebbero un napoletano ed un albanese; ed avrebbero fatto fuori un nord africano con gli altri due,calcinatesi doc,a guardare. Suvvia non scherziamo. L’omicidio di una persona non può essere minimamente giustificato da nessuna questione etnica.Vabbe! lo sappiamo:in Italia gli assassini,comuni e politici che siano, riescono a strappare il massimo delle garanzie ma c’è un limite a tutto.Sbaglio?

  2. caro Luigi qui non si tratta di suddividere la responsabilità in etnie, ma verificare il cosa è accaduto per calibrare le pene. che il fatto sia grave pè fuor di dubbio, ma la magistratura, e questo è il suo compito, dovrà ricostruire il delitto per comminare la pena che dovrà essere diversa a secondo del grado di partecipazione. Mi sembra il minimo anche per chi come voi difende lo stato di diritto, in questo è compreso il diritto alla difesa per tutti.
    E comunque per fortuna che ci sono le intercettazioni.

  3. Cara Marta capisco quello che vuoi dire;allora non doveva uscir fuori nè la questione di essere napoletano nè quella di essere albanese;come pregiudizio inaccettabile.Comunque sul calibrare non ti do torto ma senza forzature; che non hanno senso nè morale nè legale. Ciao e grazie del contradittorio.

  4. Il povero Mohamed lo conoscevo bene e da circa 5 anni(l’ho anche ospitato qualche giorno a casa mia) e non mi risulta assolutamente che avesse tendenze omosessuali, ritengo che i responsabili vogliano solo trovare una giustificazione. Tra l’ altro era sempre rispettoso degli altri e pur avendo il problema dell’ alcolismo cercava con lavori saltuari di rendersi utile e di guadagnarsi qualcosa per andare avanti. A lavorato parecchi anni regolarmente come operaio edile, ed a un figlio in Marocco. Non esistono giustificazioni all’ omicidio. Il sig. Stefano Rizzi (riporta il Corriere della Sera del 20/01) dice (intercettato) "c… era finito in acqua .Attaccato alla corda. Lo guardo .. Era ubriaco, mi diceva "grazie mille", gli ho tirato un pugno in faccia ed è sparito. …..". Il sig. Rizzi e soci mi sembra opportuno che quantomeno dicano la verità e non cerchino di giustificarsi infangando l’ onore di un uomo sfortunato. Santo

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