Il tribunale da’ torto alla Giunta

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    Ignazio Onni, giudice del Tribunale di Brescia – sezione lavoro – ha depositato ieri mattina l’ordinanza che accoglie il ricorso contro il Comune presentato da quattro cittadini stranieri residenti a Brescia (dell’Algeria, del Bangladesh, del Pakistan e dello Srilanka), e invita (obbliga, a meno di reclamo da presentare entro 15 giorni) la Giunta a cambiare la modalità di assegnazione del bonus, escludendo il criterio della cittadinanza. Questo il succo della giornata di ieri sul fronte del bonus-bebè: come c’era da spettarselo la decisione del giudice ha provocato un vespaio di commenti. Il giudice ha dato ragione ai quattro immigrati che hanno presentato ricorso assistiti dalla Cgil e dall’Associazione Studi Giuridici sull’immigrazione di Torino. Nelle motivazioni della sentenza si legge che la Giunta pur non avendo agito con intenzioni discriminatorie o razziali ha di fatto discriminato i residenti stranieri. Criticata anche la "giustificazione" avanzata dalla Giunta che afferma di avrere destinato il bonus ai soli italiani per favorire la natalità: una somma di denaro erogata una-tantum, ai figli già nati (retroattiva) non è motivazione sufficiente a giustificare il supporto alla natalità.
    Che effetti avrà la sentenza? Il comune è chiamato a estendere il bonus a tutte le famiglie residenti in città con i requisiti economici necessari, che hanno avuto un figlio nel 2008 o che l’hanno adottato; il termine ultimo per la presentazione delle domande è stato spostato dal giudice dal 31 gennaio al 28 febbraio, inoltre il giudice ha ordinato di pubblicare il testo con la domanda per ottenere il bonus su un quotidiano nazionale.
    L’ordinanza è esecutiva, il sindaco in qualità di rappresentante del comune, è tenuto penalmente a far rispettare la sua applicazione.
    a.c.

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    1 COMMENT

    1. Sentenza scontata ed in linea con gli orientamenti in atto in Europa.Solo la Giunta Comunale Bresciana poteva pretendere di gestirsi al di fuori della legge,della morale e dell’etica. Maione è,tra l’altro, anche avvocato et cattolico militante,addentro ai rosari cittadini che pretendono di dettar le loro regole alla società civile e laica. Che figuraccia!…signori miei.

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