5 ragazzi in cella

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    Diciassette indagati, trenta episodi contestati, cinque ragazzi finiti in manette e altri ancora da rintracciare: questo il provvisorio bilancio dell’inchiesta illustrata ieri dal procuratore dei minori Emilio Quaranta e dal Questore Vincenzo Montemagno. La banda criminale, a parte l’età degli indagati le modalità d’azione sono assimilabili a quelle di una vera e propria banda criminale, agiva prevalentemente nei d’intorni della stazione ferroviaria e di quella degli autobus. Attività prediletta: rapina. Diverse le segnalazioni, almeno una trentina, giunte agli uomini della quarta sezione della Mobile, quella che si occupa delle indagini sulle rapine. Molti studenti che frequentano la stazione denunciavano di essere stati derubati del cellulare, dell’Ipod, dei soldi. Entravano in azione singolarmente, al massimo in due: dopo il furto interveniva il resto della gang a tenere buono il derubato. Nessun ostacolo sulla loro strada, i loro coetanei non si arrischiavano a opporsi. Le telecamere in azione in stazione? Messe fuori uso. La refurtiva veniva rivenduta, a volte scambiata con la merce di qualche spacciatore.
    I cinque arrestati, 4 ragazzi e una ragazza, sono tutti figli di immigrati giunti in Italia ormai da molti anni.
    a.c.

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