Elezioni:vincitori e vinti

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    Non ci sono dubbi, la Lega è il grande vincitore di questa competizione elettorale, al Nord dove conquista Municipi e Province, ma anche in molte zone oltre il Po dove fa capolino in regioni storicamente “rosse”. Non è la prima volta che il Carroccio ottiene risultati eclatanti, già Marco Formentini aveva sbaragliato ogni avversario insediandosi a Palazzo Marino nel 1993. Dopo fortune alterne, quindi, la Lega Nord si riconferma un partito radicato sul territorio, forse l’unico, e una formazione che intercetta una fetta importante del voto popolare.

    Anche in provincia di Brescia i fazzoletti verdi festeggiano un risultato preannunciato e portano Daniele Molgora in Broletto e numerosi sindaci alla guida di altrettante Amministrazioni locali.
    Sarebbe troppo semplice liquidare tale risultato evocando la capacità dei leghisti di sapere parlare alla pancia del Paese. Se questo è vero soprattutto in materia di sicurezza e immigrazione forse non è così sui temi del lavoro o dell’economia.
    In provincia di Brescia, città compresa dove la Lega esprime di fatto il sindaco, ha imposto ordinanze, ordini del giorno e dettato le priorità dell’agenda politica locale. Questo, però, rimane un problema dei suoi alleati, mentre diventa un interrogativo per tutti gli avversari capire come circoscrivere le derive xenofobe senza per questo liquidare tout court le istanze che rappresenta.
    L’avanzata del Carroccio ripropone le stesse riflessioni bandite negli anni Novanta all’indomani del crollo del sistema della partitico della Prima Repubblica. Ciò che è accaduto alla Balena Bianca sta accadenso anche alla sinistra. Certo non c’è Tangentopoli, non ci sono i magistrati e nemmeno lo schiato, ma esiste comunque la delusione e lo sconforto degli “esuli in patria” come definiti da Ilvo Diamamti molti potenziali elettori del Pd. Esiste comunque la scomparsa di una moltitudine di amministratori sul territorio e la drammatica e lenta erosione una tradizione culturale
    Oggi la sinistra tiene per modo di dire, perchè non è certo consolatorio registrare la perdita di milioni di voti seppur in senza del’annunciato “cappotto ” berlusconiano”.
    Federica Papetti

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