La Curia bresciana non ci sta

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    Cinque direttori di altrettanti uffici diocesani intervengono in merito alla recente approvazione del pacchetto sicurezza e pubblicamente criticano le misure adottate dal parlamento.
    Padre Mario Benedini (Pastorale sociale), don Maurizio Funazzi (Pastorale della salute), padre Mario Toffari (Pastorale per i migranti), don Giorgio Comini (Pastorale familiare), Giovanni Boccacci (Centro migranti) si dicono delusi di quanto è stato stabilito nel "pacchetto" e anche dalle modalità di approvazione tramite il ricorso al voto di fiducia che di fatto ha impedito ogni discussione in merito a eventuali modifiche. Modifiche che la Curia bresciana aveva espressamente richiesto ai parlamentari bresciani impegnati a Roma.
    Riportiamo alcune parti della lettera pubblica dei cinque religiosi: «Ieri come oggi il nostro intervenire non è motivato da ragioni politiche a sostengo o contro il Governo. Ci muoveva e ci muove la richiesta di attenzione alla persona umana, qualunque essa sia. Oggi, come allora, ribadiamo la nostra contrarietà ad ogni situazione di illegalità o che possa mettere dubbio la sicurezza di tutti i cittadini. Proprio per questo, però, chiediamo che siano poste in essere le condizioni necessarie perché chi lavora nel nostro Paese, anche l’immigrato, possa vedere riconosciuti i propri diritti.
    Già si notano le ripercussioni negative del pacchetto sicurezza per molte famiglie bresciane. È vero che una legge non ha valore retroattivo, per cui non saranno punite le badanti e le famiglie per ingresso clandestino, ma non sfugge a nessuno che possa essere punita la permanenza in stato di clandestinità. Si sta pensando a un’ennesima sanatoria. Ma il problema va oltre: noi abbiamo persone, le badanti, che svolgono un “regolare lavoro in nero”, che sono lavoratrici vere e utili e che non si vedono riconoscere il diritto ad essere regolari nel nostro Stato, anche qualora la famiglia che le ha assunte lo volesse. Una sanatoria tout court potrebbe favorire persone furbe, che hanno sottratto il posto a badanti regolari, accettando un salario inferiore e non volendo i contributi. Noi proponiamo da sempre una legge che renda possibile assumere un lavoratore straniero quando ce n’è di bisogno, con una regolarizzazione veloce, soggetta solo all’alloggio e al lavoro e non dipendente da quote che richiedono anni prima di arrivare. Garantire la regolarità a chi è tra noi costituisce un significativo contributo alla sicurezza e alla pace sociale».
    a.c.

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