E se i bresciani denunciassero la Rai?

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    * Comincia con questo intervento la collaborazione del nostro opinionista "anonimo" BANQUO 

     

    I giornali preannunciavano, per la prima serata di RaiUno, la trasmissione della partita Inter-Barcellona  particolarmente attesa per il recente scambio incrociato di attaccanti fra le due squadre. Notevole sorpresa quindi per i tifosi interisti e per i normali spettatori di molti paesi del bresciano nel verificare l’assenza di segnale sia sul canale tradizionale, il cosidetto analogico, che, per gli abbonati di Sky, anche sul canale satellitare.

         Peraltro Sky avvisava tutti i suoi abbonati della disponibilità gratuita su uno dei suoi canali sportivi normalmente dedicati agli abbonamenti speciali.

         Si tratta evidentemente, da parte della Rai, di escludere gli abbonati Sky dalla visione dei canali tradizionali (la cui trasmissione sul satellite presenta una qualità notevolmente superiore) ed obbligare tutti gli spettatori italiani all’acquisto del ricevitore digitale.

         In sostanza la Rai, in collusione con Mediaset, cerca di escludere gli abbonati al satellite dalle trasmissioni del Servizio Pubblico Televisivo richiedendo poi un ulteriore esborso economico per la connessione digitale.

         Ma se Mediaset può scegliere le sue politiche commerciali in piena libertà è inaccettabile che la Rai, a fronte di un canone annuo obbligatorio per legge, richieda una ulteriore gabella alleandosi di fatto con il suo principale concorrente per danneggiare gli altri operatori.

         Viene quindi naturale chiedersi se, dopo aver regolarmente pagato il canone 2009, esistano gli estremi per una denuncia per interruzione di pubblico servizio (ricordo sentenze giudiziarie che giudicavano impignorabile il televisore riconoscendo la validità sociale dell’accesso per ogni cittadino all’informazione).

         Certo ulteriori perplessità vengono dalla riflessione sulla scarsa attenzione mostrata dai politici alla tutela di un diritto allo svago che non dovrebbe essere così riprovevole se spesso i giornali riportano le foto di politici e giornalisti  sulle tribune d’onore degli stadi. Certo per l’opposizione parlamentare è più facile stracciarsi le vesti per qualche incarico di vicedirettore o per le passerelle televisive del Premier che, dal canto suo, continua imperterrito nella sua opera di privatizzazione dei servizio pubblico.

         Ha perfettamente ragione quando sostiene di essere il migliore perché negli ultimi 150 anni nessuno è mai stato proprietario di tutti i principali mezzi di informazione italiane.

         A quando la rivolta dei cittadini contro l’iniquo canone di RaiSet? 

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