La tecnica è collaudata: annunciare, smentire, tranquillizzare per sviare e non parlar del merito.
Premetto subito, a scanso di equivoci, che puntare tutto su un comitato stile “No TAV” sarebbe un errore imperdonabile. Significherebbe aderire al solito gioco mediatico in cui si scontrerebbero i presunti sostenitori della modernità contro i nostalgici delle praterie Sioux.
Penso che all’ordine del giorno non ci sia un sì o un no alla Tangenziale-est. L’accelerazione dell’assessore Vilardi è da interpretare non come “volontà di fare”, ma come segno evidente dell’incapacità di affrontare complessivamente il tema inderogabile della mobilità cittadina.
Che fretta c’era di approvare in Consiglio comunale una variante – espropri compresi – per un’opera che a detta dello stesso assessore provinciale all’asfalto necessita di cinque anni di progettazione e altrettanti di realizzazione?
In verità la bozza delle linee guida del nuovo PGT sono piuttosto avare d’indicazioni sullo stato di cancrena della viabilità a est del Cidneo, Pusterla in primis.
Ma come? Proprio adesso che la nuova giunta può dimostrarsi capace di un progetto complessivo e coerente della futura Brescia, si persevera col vecchio metodo delle varanti ad hoc di “corsiniana” memoria?
Occhio ai tempi: il 15 maggio accordo fra Brescia e Nave per modificare i PRG vigenti. Il 27 luglio variante lampo proposta e rinviata ad altro Consiglio comunale e – ventiquattrore dopo, il 28 luglio – bozza del nuovo PGT senza alcun riferimento alla Tangenziale-est.
Se questa infrastruttura faraonica deve essere considerata strategica, perché non inserirla a pieno titolo in una “vision d’insieme” della viabilità dei prossimi vent’anni?
Per fortuna la “rivolta” del Prealpino ha impedito il bliz. Siamo solo all’inizio e il nervosismo è palpabile.
Mi prenoto subito ad essere querelato per “procurato allarme” presso i cittadini. Finisco la prima puntata parafrasando uno sboccacciato modo di dire: Alégher, alégher el büz dè la Madaléna l’é négher.
Gianluigi Fondra – Mompiano