Il nodo dei dividendi di A2A

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    “Il bilancio del Comune di Brescia poggia in gran parte sui dividendi di A2A, da questi dipendono molti dei progetti e delle opere della città. Con la inevitabile e obbligatoria mossa di procedere al pagamento della maximulta (ringraziamo il Ministro Tremonti e il Governo Amico della maggioranza in Loggia per aver scelto ancora una volta di sacrificare Noi bresciani sull’altare della Loro finanziaria), si preconizza di fatto una condizione patrimoniale in caduta preoccupante per il nostro Comune. Diventeremo, come amministrazione, certamente più poveri e il Sindaco e la Giunta dovranno sforzarsi di spendere meno e meglio le minori risorse che avranno a disposizione. La manutenzione del Programma del Sindaco, con la gerarchia delle priorità, diventa oggi più che mai necessaria. A questo bisogna aggiungere che l’amministrazione ridurrà in ogni caso le sue entrate dalla partecipazione a A2A, anche perché il trend dei consumi, che è già in diminuzione, è altrettanto preoccupante. Tutti cercano di risparmiare su acqua, luce e gas e spendono meno. Il Comune deve decidere se vendere azioni di A2A oppure vendere porzioni significative di aziende partecipate non strategiche (centrale del latte, Brescia Trasporti, partecipazioni autostradali come la Serenissima o le Centro Padane) per ridare fiato alle nostre finanze in difficoltà. Sarebbe opportuno che scelte importanti come queste venissero condivise con l’intero Consiglio Comunale e non nella solitudine della maggioranza.

    Mentre si consuma questo difficile momento, colpisce anche vedere la pubblicità di A2A che occupa intere pagine di quotidiani locali e nazionali e che recita “A2A-Stai con noi. Squadra vincente non si cambia”. Visto che il Sindaco Paroli ha cambiato squadra e capitano adducendo che Capra era soccombente a Milano e non tutelava a sufficienza la brescianità, sono in attesa di vedere cosa il Presidente Tarantini (che sappiamo impegnato in un significativo lavoro per la città) riesce a fare. Aspetto fiduciosa di capire quanto tempo e in che modo riesce a ristabilire quell’equilibrio di gestione dei poteri, oggi oggettivamente ancora fortemente sbilanciato su Milano. Non sono banalità, si tratta di tutti i livelli di potere gestionale dell’azienda e non è, la mia, una rivendicazione dal sapore provinciale ma di sostanza. Si tratta anche del mandato preciso per il quale è stato indicato Tarantini quale Presidente del Consiglio di Sorveglianza: riportare a Brescia e ai bresciani quanto gli spetta.

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