Le storte sillabe del Pgt

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    La legge che regolamenta il PGT (Piano del Governo del Territorio) obbliga ad ascoltare la società civile sui temi urbanistici e del paesaggio.

    La cosa viene sbandierata come volontà di ascolto democratico delle istituzioni. In realtà si può dire che i cittadini devono lavorar di gomito per essere considerati non dei sudditi.

    Ricordo lo stupore di alcuni politici quando per la prima volta nella storia di Brescia il Comitato per il Parco Castelli presentò un’osservazione al PRG sottoscritta formalmente da migliaia di residenti.

    Argomentazioni risibili volevano far credere che le osservazioni le potevano firmare solo i portatori d’interessi individuali e non dei gruppi di cittadini a sostegno del bene comune.

    Fu l’osservazione delle “storte sillabe” che, parafrasando una poesia di Montale, stabiliva una piccola sigla che però trasformava un’area già “verde” in area “verde ad interesse del quartiere”. Se non si fosse raccolto il consenso su quei cavilli oggi al posto del più bel parco di Brescia ci sarebbe un arido parcheggio.

    In questi giorni i Gnàri dè Mompià hanno consegnato un’istanza sul PGT per la tutela della Valle di Mompiano e del Parco delle Colline. Si tratta d’una serie di ”storte sillabe” già presentate alla giunta Corsini e ora affidate all’assessore Vilardi.

    Non è ancora un’osservazione ma se non fosse presa in considerazione lo diventerà. Molti hanno a cuore l’ex-polveriera, il turismo dolce, il ripristino dell’agricoltura dei ronchér, il definitivo decollo del Parco delle Colline e la fine delle edificazioni nelle aree pedecollinari.

    È stata l’occasione anche per un’integrazione sul progetto della Tangenziale Est. Per la vaghezza dell’idea nessuna “storta sillaba”, però una proposta è stata avanzata: prima degli espropri è dirimente un’indagine scientifica volta a dimostrare che un mega-tunnel da 11 km. non altererà gli equilibri idrici, delle biodiversità e la naturalità del paesaggio.

    Per ora “Alégher, alégher, che el büz dè la Madaléna l’é sèmper négher.

     

    Gianluigi Fondra – Mompiano

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