Come nasce l\’urbanistica moderna

    0

    Si è finalmente acceso il dibattito sul futuro urbanistico della nostra città e molti sono i temi di sviluppo in campo; ma prima di porre l’attenzione sul singolo tema credo possa essere utile fare un passo indietro.

    Il padre dell’urbanistica moderna,l’architetto svizzero Le Corbusier l’ha teorizzata nei  suoi numerosi scritti rivelandosi geniale pensatore della realtà del suo tempo. La sua città modello nasce da una attenta separazione degli spazi:  alti grattacieli residenziali divisi gli uni dagli altri da ampie strade e lussureggianti giardini. Le Corbusier destina alle grandi arterie viarie il traffico automobilistico privandolo della presenza dei pedoni, garantendo così maggiore mobilità e sicurezza sulle strade. Ai pedoni è restituita la città attraverso percorsi e sentieri tra i giardini e i grandi palazzi. Il grande maestro propone  un nuovo Ambiente costruito che sia nella sua interezza a misura d\’uomo . Questo nobile obbiettivo ed  i concetti che lo presiedono si estende oggi all’intero territorio urbanizzato ed è in quest’ottica che tematiche come la sostenibilitá (usare le risorse presenti  sul territorio in modo da non pregiudicarne l’uso alle prossime generazioni), la pianificazione territoriale, la progettazione ambientale, delle infrastrutture e dei trasporti sono al centro dei nuovi progetti urbani a tutte le scale. Oggi ogni progetto architettonico dovrebbe essere pensato oltre che per la funzione per la quale viene sviluppato anche in funzione  dell’apporto che saprà dare al contesto urbano “immediato” ed a quello più esteso rappresentato dai sistemi a rete di livello territoriale. I modi di vivere nelle nostre grandi città stanno cambiando ed evolvono molto più velocemente rispetto al passato, i nostri movimenti non sono più legati solo a distanze spaziali ma anche e soprattutto a quelle  temporali cosi che oggi, piuttosto che vivere in città viviamo in “reti di citta”. È cosí che grazie al miglioramento delle reti ci spostiamo tra luoghi spazialmente distanti ma ormai vicini (come distanza temporale). Attraverso il coordinamento dei diversi saperi derivanti da diverse ma correlate discipline quali l’architettura, l’ingegneria, l’ecologia, la sociologia, il diritto e l’economia, l’urbanista studia scenari passati,per  programmare e progettare scenari  presenti e futuri della città. E’ fondamentale a questo punto  che occuparsi delle politiche, delle normative tecniche e legislative non prevarichi i contenuti di questa scienza nata e cresciuta con lo scopo di migliorare la qualità urbana nel  suo senso più ampio e quindi la vita dei cittadini.

     

    Fabiola Zanetti

     


    La newsletter di BsNews prevede l'invio di notizie su Brescia e provincia, sulle attività del sito e sui partner. Manteniamo i tuoi dati privati e li condividiamo solo con terze parti necessarie per l'erogazione dei servizi. Per maggiori informazioni, consulta la nostra Privacy Policy, che trovi in fondo alla home page.

    1 COMMENT

    1. normative tecniche e legislative non contemplano nè si confrontano con l\’urbanistica …e qui che nascono false aspettative…o no?

    2. Mi auguro che il dibattito si sviluppi in modo tale da porre veramente al centro la persona in quanto tale, come si intravvede nel pensiero del teorizzatore e padre dell\’urbanistica. In questo modo non solo l\’ambiente viene restituito alle persone, ma mi pare che anche le persone possano ritrovare se stesse nella pace. Grazie della riflessione.

    3. Tutte le cose nate, pensate dai \"padri fondatori\" hanno buoni intenti e pensieri positivi, nel senso che il risultato dovrebbe dare \"qualità\" alla vita dell\’essere umano. Ma finchè gli interessi privati (soldi, soldi e ancora soldi)soffocano queste idee nobili …. l\’urbanistica e pertato il pensiero teorizzato rimarrà solo utopia. A conferma di questo vediamo il Pianidi fabbricazione, i Piani Regolatori approvati nel passato.

    4. Bella presentazione quella dell\’Architetto Zanetti,tra il passato ed un futuro che farà diventare l\’ambiente un puzzle di urbanizzzzioni che sarà un pò complicato gestir su un piano di \"reti di città\"; non potendo,le reti, essere omogenee dovranno ricercare tratti di \"discontinuità non traumatiche\" che non sotterrino definitivamente l\’ambiente sociale corrispondente.
      A parte i giovani entusiasti ed agli inizi del loro lavoro che li fornisce di sogni ei idee encomiabili,la categoria degli architetti,specialmente quelli proposti dalle nostre amministrazioni che li ha resi quasi istituzionalmente tesi a far danno,non mi ha mai entusiasmato.La situazione attuale,a Brescia, ne è prova.

    5. Dobbiamo sognare? Perché no? Ampi spazi a misura d\’uomo, arterie stradali periferiche che convogliano il traffico massivo per poi ridistribuirlo grazie a soluzioni urbanisticamente meno invasive (autoparchi con servizi di trasporto/noleggio, metropolitana, biciclette, veicoli elettrici). Passeggiare quindi in una città che racconti qualcosa, che parli; una città lontana dal rumore, dalle strutture meramente strumentali, dalla frenesia. Bé sono ottimista, ritengo che Brescia possieda le potenzialità per aspirare a divenire un esempio in tal senso…Occorre solo volerlo.
      Ringrazio per quest\’ottimo spunto di riflessione.

    6. Ho letto con interesse l\’articolo proposto dall\’Arch. Zanetti, che ho avuto la fortuna di conoscere e quindi poterne apprezzare le doti professionali ed umane.
      IL passo indietro proposto dall\’architetto prima di entrare nel vivo della tematica contingente ritengo sia stato fondamentale per cercare di inquadrare la problematica sia per i non addetti ai lavori ma anche per quelli ritenuti tali.
      Certamente entrare nel vivo di Brescia …. sarà interessante, anche se difficile e magari incocciante con qualche collega ….. o politico …. od operatore ……. che la pensa diversamente …. ma necessario per il bene di una collettività e per cercare di tutelare e migliorare la \"qualità\" di vita nostra e delle generazioni che seguiranno.
      L\’Urbanistica, essendo una scienza mobile in continua evoluzione, presenta sempre sfaccettature diverse che, se analizzate da diverse angolazioni, può dare suggerimenti fondamentali per l\’ottenimento di una qualità abitativa migliore; ovviamente, come da qualcuno ipotizzato, è anche una scenza che può essere utilizzata in senso opposto e quindi presentare poi conseguenze che si ritorcono contro l\’uomo stesso, ma ciò è sempre nell\’indole dell\’uomo che deve saper scegliere tra il bene ed il male ……..
      Per il momento non mi rimane che congratularmi quindi per il pezzo scritto ed augurare all\’Amica Fabiola un buon lavoro !!!

    7. L\’apertura di un di un dibattito sul futuro urbanistico della nostra città è un primo passo che spinge verso la riflessione, non può che essere positivo e stimolante.
      L\’Architetto Zanetti pone l\’attenzione sulla visione avanguardistica di Le Corbusier, accostandola alle più importanti tematiche odierne come la sostenibilità, la progettazione ambientale, la pianificazione territoriale; tutte questioni che dovrebbero essere al centro di ogni progetto architettonico.
      Il fatto di vivere in un sistema \"rete\" è una grande evoluzione, ma per \"sopravvivere\", come dice anche l\’Arc. Zanetti, è essenziale sviluppare una sinergia tra le diverse discipline correlate all\’architettura, solo così si potrà migliorare la qualità urbana e la vita di noi cittadini.

    8. Pur non essendo del settore e pur non capendoci molto di urbanistica, non possiamo non fare a meno di sottolineare la professionalità e la grandezza umana dell\’architetto Zanetti,fossero tutti come lei!!!!!
      Auspichiamo che questo dibattito possa continuare e portare per la nostra città buoni frutti!
      (architetto Zanetti for President)

    9. Tradotto nel concreto del mio quartiere (Mompiano) l\’impostazione di Le Corbusier che l\’archietto Zanetti sposa è l\’esatto contrario di ciò che gli Assessori Labolani e Vilardi vogliono realizzare in piazzale Vivanti: \"Densificare\" con nuove costruzioni con l\’unico obiettivo di fare cassa per introitare il denaro degli oneri di urbanizzazione.

    10. Appare un poco scoraggiante il fatto che un dibattito sul futuro urbanistico della nostra città prenda avvìo da un collage di \"contributi\" presi da Wikipedia o Archimagazine… Senza voler con questo smorzare l\’entusiasmo della giovane professionista, ma al contrario per fornirle occasione di approfondimento, le segnalo che il dibattito sul futuro urbanistico di Brescia è in atto da tempo, sia nei canali tradizionali (es. la rivista \"Città e Dintorni\", o le iniziative dei giovani di Inarch), sia nei canali \"informali\" (un esempio: il sito skyscrapercity). In tal senso, cosa significa che il dibattito \"si è FINALMENTE acceso\"?

    11. Conosco città e dintorni ma ritengo che l’urbanistica non possa rimanere argomento di dibattito per pochi eletti appartenenti ad un’elite culturale che non si confronta con i grandi numeri .
      La mia riflessione vorrebbe incuriosire e sviluppare dei contenuti che siano alla portata di tutti al fine di allargare il dibattito aperto sul futuro della nostra città perché solo la capacità di essere interprete di un bisogno collettivo fa del professionista un architetto capace …
      …non mi pare che wikipedia inviti gli urbanisti a limitare norme e regole a vantaggio dei contenuti dell’urbanistica come interpretata dai grandi maestri…
      Non avere il coraggio di firmarsi è sintomatico di una posizione che non vuole entrare in relazione perché narcisisticamente arroccata su se stessa.

    12. Mi potrebbe spiegare perchè ha ritenuto di scrivere che \"si è finalmente acceso il dibattito sul futuro urbanistico della nostra città\"? Non mi è chiaro il \"finalmente\", intendo…

    13. e se cominciassimo a guardare un po\’ in europa come è stata affrontata l\’urbanistica nell\’ottica proposta dall\’arch zanetti?
      p.e. perchè non può essere \"importato\" a Brescia il rapporto tra città e mobilità così come è impostato ad Amsterdam?

    14. Gasparini, hai pienamente ragione. Sarà forse che: l\’assessore alle politiche urbane di Amsterdam è laureato in geografia sociale; l\’assessore all\’ambiente, una donna, è laureata in biologia; l\’assessore alla mobilità si occupa di tale tema, a livello dirigenziale, da quasi trent\’anni? Ovvero, sarà forse che in Olanda – oltre all\’appartenenza politica – si guarda anche alla competenza?

    15. Cara Fabiola,
      solo due note dopo aver letto il tuo interessante articolo.
      – credo che non esista sviluppo presente o futuro che non parta dall\’esperienza passata, dove ci sia un \"grande maestro\" da guardare. Ciò non garantisce risultati sempre eccellenti, ma aiuta ad affrontare le circostanze, le difficoltà, gli interessi (o le speculazioni) che ci troviamo di fronte.
      – ogni moto umano per essere tale deve mettere al centro la persona, sia nell\’architettura che nell\’arredamento, sia nella politica che nell\’economia. Viene da chiedersi: esistono architetti, ingegneri, urbanisti, sociologi, economisti disposti a partire dall\’uomo, dalla persona e non solo dall\’interesse o dalla fama? Se ci sono (ne sono convinto) aiutiamoli e valorizziamoli!!!

      Non è una ricetta per risolvere i problemi del mondo ma posso darti la mia disponibilità ad una \"amicizia operativa\" per quello che può essere necessario.

      Con affetto
      MARIO GARRAFFO

    Lascia una risposta (la prima volta la redazione deve accettarla)

    Per favore lascia il tuo commento
    Per favore inserisci qui il tuo nome