Esprimo, quindi, il mio più sincero apprezzamento al ministro Gelmini per questa ennesima prova di responsabilità che continua il processo di ammodernamento della scuola italiana, per troppi anni utilizzata come “stipendificio” o “ammortizzatore sociale” o peggio ancora come bacino elettorale della sinistra, invece che come “culla formativa” delle nuove generazioni, e quindi dei cittadini di domani. Grazie a questo provvedimento tutti gli alunni potranno procedere speditamente nel processo dell’apprendimento senza classi ghetto ed evitando velocità diverse nel seguire il programma didattico prestabilito”.
Ad oggi Brescia con 202 scuole, è in terza posizione solo dopo metropoli come Milano e Roma, nella graduatoria nazionale delle province con almeno il 20% degli alunni non italiani. Inoltre, solo nelle scuole del comune di Brescia mediamente, sugli oltre 42 mila alunni divisi tra scuole dell’infanzia, scuole primarie e secondarie, ben il 13% è straniero. Questo dato porta la nostra Città tra le prime 5 a livello nazionale per tasso di immigrati nelle scuole. Se si aggiunge, poi, che in molte scuole del centro storico, e in alcuni paesi della provincia tale dato arriva e supera al 30%, è facile comprendere le difficoltà vissute sia degli insegnanti, sia degli alunni e dalle famiglie, nel convivere in una situazione di stallo educativo. Certo è che non vi sono responsabilità da parte dei ragazzi stranieri, ma altrettanto certo è che deve essere garantito un livello ottimale di formazione sia a loro, sia agli studenti italiani. Cosa, questa, che nelle attuali condizioni risulta veramente molto complessa, se non impossibile”. Colpisce constatare la particolare incidenza di stranieri nelle scuole dell’infanzia. Una conferma, questa, di quanto sia “giovane” e imponente il fenomeno dell’immigrazione concentrato in zone particolari del nostro Paese, e di come quindi non si possa accettare qualsiasi scorciatoia nella concessione della cittadinanza italiana, senza fare prima i conti con questa che è una realtà fondamentale su cui riflettere con molta attenzione.
Viviana Beccalossi, coordinatore provinciale del Popolo della Libertà di Brescia
Guardi signora Beccalossi che quando gli stranieri che parlano e pensano italiano saranno più del 50% la cittadinanza la toglieranno a lei e a tutti i miopi e i ciechi come lei. Buona fortuna!
Non stupisce la leggerezza con la quale la coordinatrice del PdL bresciano parla di problematiche a lei nuove. Non è lontano il tempo in cui si occupava da assessore regionale di quote latte e allevamenti suini. Tant\’è.
Più che per conoscenza diretta appare evidente che il suo argomentare è una difesa d\’ufficio di un Ministro che di competenza sulla scuola ha dimostrato d\’averne pochina: dal grembiulino all’ingiustificato allarmismo nelle aule scolastiche per una pandemia inesistente servita solo a produrre milioni di vaccini inutilizzati.
Ascoltino queste donne in politica chi fra i banchi di scuola c\’é tutti i giorni. Forse capirebbero che le difficoltà di apprendimento degli alunni non conoscono colore di pelle o estensione di vocabolario. Per esperienza diretta posso affermare che la capacità di calcolo e di abilità memonica é di gran lunga superiore negli allievi non italiani com’anche il loro livello di educazione e di adesione al rispetto delle regole non è paragonabile a molti figli di connazionali dal piglio padano.
Il livello ottimale nella formazione è sotto la responsabilità dei massimi dirigenti nazionali, regionali e provinciali delle istituzioni scolastiche che negli ultimi anni sono stati scelti tenendo in buon conto il loro orientamento politico. Legittime opinioni personali – s’intende – che però casualmente risultano gradite a Viviana Beccalossi e al Ministro nato a Leno.
Forse e bene ricordare che il Ministro Gelmini scelse di sostenere l\’esame d\’abilitazione alla professione a Reggio Calabria perché \"aveva fretta di lavorare\" come lei stessa dichiarò.
Coerenza vorrebbe che l\’ordine calabrese – magari su proposta del ministro Guardasigilli – istituisse un contingentamento del 30% anche per i migranti settentrionali neolaureati che dal nord intendessero per “necessità” recarsi al sud a sostenere l\’esame per diventare avvocato.
Certo che la Viviana le spara grosse e grasse sulla scuola;quella pubblica!.Io abito in piazza Loggia e ricordo,nel tempo, una ragazzina bionda, frequentatrice degli ambienti della destra rautiana,vicino a casa mia.Ad occhio e croce,e guardate che so valutar gente a prescindere,non mi è mai sembrata mai dedita allo studio ed alla scuola.Questo di per sè non significa nulla ma ho l\’impressione che gli improperi,inprovvidi, che l\’antica \"Vivi\" rovescia,oggi, sulla Scuola di Stato siano,al solito,ma la vita è questa!, frutto di ricordi che non le fanno piacere. Spiace vedere che c\’è Gente,dentro le Istituzioni, che non sa miglioarsi se non nel proprio stato sociale che comunque è sempre a carico dei contribuenti.
Non vorrei sbagliare,e se sbagliassi Ella,l\’antica Vivi,attuale coordinatrice del PDL,mi rampogni pure; ho,però, l\’impressione che Viviana sia stata costretta sempre a far finta di studiare nel privato protetto.Se è così cosa ne sa,sempre Ella, della scuola pubblica,quella vera,quella pluralistica, se non il solito sentito dire?