Quei giorni di Mani Pulite

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CULTURA A BRESCIA - Renato Borsoni (ex presidente Ctb) - diritti Andrea Tortelli
CULTURA A BRESCIA - Renato Borsoni (ex presidente Ctb) - diritti Andrea Tortelli

di Renato Borsoni – Provo ad affrontare oggi un argomento che in questi giorni d’improvviso (ma con evidenti intenzioni di sparigliare altri temi caldi) ha invaso le cronache cartacee e le chiacchiere televisive aggiungendo fascine fresche sul fuoco di ormai insopportabili focolai di polemiche senza freni né pudori.

Intanto, siamo certi che per chi è stato amico, sodale, compagno di Craxi si  sia scelto il momento giusto – con il pretesto, dico io, di un decennale – per proporre l’intitolazione di una via di una grande città a un uomo importante, si, ma sul quale pendono ancora tanti controversi giudizi? Mi sono tornati in mente certi terribili momenti vissuti a Brescia negli anni di Mani Pulite: e soprattutto una sera che un deputato bresciano si avvicinò al tavolo di una festa dell’Unità dove si chiacchierava fra amici di varia tendenza (come era naturale allora), e ci disse, con un filo di voce per il groppo alla gola: “Si è ucciso Moroni”. Impietriti.

Per tanti di noi era un amico. Nel mio studio – dove il mio socio era suo compagno di partito, amico personale e polemico avversario all’interno di un mondo dove le correnti d’aria erano da brividi – gli avevamo offerto addirittura un piccolo ufficio che gli servisse da pied-a-terre per la sua attività politica in rapida crescita. La vicinanza umana non prescindeva ovviamente da una dialettica sulle scelte politiche: e fece sorridere e discutere un mio discorso in consiglio comunale quando feci un intervento-disquisizione sulla parola “trattativismo” che Sergio usava spesso e che io pensavo fosse stata inventata da lui (e ci fu una risata generale dell’assemblea quando un compagno di Moroni, nella replica ai miei argomenti, dovette rinunciare alla pronuncia di quella parola perché non riusciva a districarsi fra le “t”).

Io lascerei decantare in un pacato silenzio certe tragedie. Lo scrissi allora anche alla figlia di Sergio che prese coraggiosamente il testimone della memoria di suo padre.

Si rischia lo sbranamento di figure sicuramente importanti ma che hanno lasciato strascichi nella vita politica difficilmente cancellabili con la polemica quotidiana. E si riattizzano occasioni per alimentare quell’odio di cui si denuncia l’atmosfera contrapponendo un amore (!) di cui non si dovrebbe pronunciare neanche una sillaba.

Certamente i posteri faranno meglio di noi

DA IL QUOTIDIANO IL BRESCIA – 23 GENNAIO 2010

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