Sovraffollamento ancora un problema

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Reduce da un incontro con i consiglieri della commissione assistenza Mario Fappani, Garante dei diritti delle persone private della libertà personale a Brescia, ci aggiorna sulla situazione delle carceri cittadine.

Quale quadro emerge dall’incontro avuto stamattina in commissione?

In Commissione alla presenza dei consiglieri, della Presidente del Consiglio Comunale, Simona Bordonali e della direttrice di Canton Mombello Maria Gabriella Lusi, ho messo al corrente i consiglieri sugli gli ultimi dati relativi alle presenza del carcere cittadino. Sono 550 i detenuti a fronte di 204 posti per al massimo 298 tollerabili. Il 70 per cento sono stranieri, il doppio della media nazionale con una prevalenza di persone provenienti dall’area magrebina. Mi preme sottolineare, però, che i reati per cui sono incarcerati gli stranieri non sono necessariamente gravi o più gravi rispetto alla media di quelli commessi dagli italiani. Il carcere rimane, quindi, con troppe criticità e la direttirice ha proceduto ad un appello perché in questo modo la situazione non regge. Il personale si impegna moltissimo e molti validi progetti sono stati avviati e proseguono, ma non è sufficiente.

Quali progetti funzionano a Canton Mombello?

Direi che si è rivelato molto buono quello relativo alla genitorialità, grazie al quale è stata completamente ristrutturata la sala colloqui. Ora è molto accogliente e dipinta con coloro vivavi e allegri per ricevere i molti bimbi che vengono a trovare il proprio genitore. Prosegue anche la formazione superiore in collaborazione con l’Istituto Tartaglia, quella media con la Franchi e i corsi di alfabetizzazione. Inoltre, da quando la sanità in carcere è passata sotto l’egida del servizio sanitario regionale sono molto migliorate anche le condizioni sanitarie. Oggi tramite le Usl è l’Ospedale Civile che si occupa della salute dei carcerati.

Quali sono, invece, le criticità che permangono?

Il sovraffollamento esacerba ogni convivenza. I detenuti sono cinque o sei in pochi metri quadrati, collocati senza distinzione di etnia e senza separare quelli condannati da quelli in attesa di giudizio. E’ facile immaginare il clima che si respira. Molti sono tossicodipendenti, nonostante la legge preveda il loro ricovero in una comunità.Tra l’altro il costo in carcere risulta ben maggiore rispetto alla comunità: 18 mila euro all’anno contro le 60 mila in carcere.

Cosa ne pensa della proposta di costruire un nuovo carcere?

Servirebbe a poco. In Italia ammontano a 70 mila le presenze ordinarie mentre i posti sarebbero 43 mila, 63 mila se consideriamo i posti “tollerabili”. Inoltre il numero di ingressi mensili a fronte delle uscite è di 800 a mille (dato nazionale) quindi significa che anche con nuove carceri distribuite sul territorio il problema rimarrebbe invariato. Io sono convinto, invece, che la pena carceraria non può rappresentare l’unica sanzione concepibile per espiare una condanna e soprattutto non può essere comminato il carcere per ogni reato, compresi quelli di minore gravità. Dovrebbe essere incrementato il ricorso a misure alternative o misure diverse come quelle sperimentate nei Paesi anglosassoni.

Le  difficili condizioni carcerarie hanno contribuito ai drammatici  episodi di suicidio e tentato suicidio accaduti nei mesi scorsi?

Nonostante si tratti di casi personali e quindi con specifiche biografie non c’è dubbio che le condizioni esasperino qualsisiasi tipo di problema sanitario, psicologico o più in generale qualsiasi difficoltà e disagio personale.

Dopo quattro anni di mandato che bilancio trae dall’istituzione di tale figura anche a Brescia?

Il Garanre funge da occhio del Consiglio Comunale sul carcere e nostante non abbia specifiche competenze la sua istituzione ha contribuito a sensibilizzare la città sul tema. Ogni anno ho presentato una relazione che evidenza la situazione carceraria bresciana, la prossima sarà discussa in  Consiglio lunedì 28. Inoltre,  negli ultimi anni la città parla anche di carcere e si è verificata una maggiore presa di coscienza del contenuto costituzionale riguardo ai diritti dei carcerati. A parte la libera circolazione ogni detenuto preserva intatti molti dei diritti stabiliti dalla nostra Carta, ma troppo spesso le persone se ne dimenticano. Infine per quanto mi riguarda ho cercato di diffondere l’idea che sicurezza e trattamento umano non sono concetti confliggenti. Se ogni detenuto esce rabbioso e vendicativo di sicuro non ne beneficerà la città, nemmeno termini di sicurezza.

Federica Papetti

 

 

 

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1 COMMENT

  1. Non mi è chiaro il ragionameno secondo il quale costruendo nuove carceri il sovraffollamento resterebbe invariato. Si parla spesso di misure alternative e diverse rispetto alla pena carceraria, si potrebbe conoscere qualcuna di queste pene alternative? Si dice spesso che in Italia in carcere ci vanno solo i poveracci e gli stranieri, mentre i ricchi e i ben difesi se ne stanno fuori: per ora sembra questa l\’unica pena alternativa al carcere.

  2. Io penso che nella vita hanno sbagliato un po tutti, (chi meno chi tanto) perchè condannarli cosi\’ brutalmente? certe persone possono essere considerate anche nel momento della rabbia che alla fine non è successo niente di grave ma ad oggi sembra che per un caso banale ci si deve fare mesi mesi di detenzione

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