Minini: si deve investire

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    Massimo Minini è il titolare della omonima, prestigiosa, galleria di arte contemporanea che si trova in via Luigi Apollonio 68. Ha da poco pubblicato con "La Quadra" il suo primo libro: «Mai scritti. Racconti, favole, lettere, qualche sogno…». La  galleria è aperta addirittura da 37 anni, dal 1973. Attualmente lo spazio espone opere di Anish Kapoor, che è anche l\’autore di cui c\’è un lavoro in città, e partiamo proprio da qui.
    Il lavoro di Kapoor in piazzetta San Luca: due parole per descriverlo.
    Una stele nera, quasi Odissea nello spazio, ma questa è concava, e nel corpo della pietra sono scavati specchi il cui diametro eccede la forma, quindi creano due specchi intersecantisi con strani effetti.
    La scultura non rapppresenta nulla, ovviamente, ma \’riflette\’ tutto cio\’ che la circonda. E\’ uno strumento di visone del piccolo mondo lì attorno, capovolto, raddoppiato.
    Un suggerimento curioso.
    Utilizzare gli spazi all’aperto per esposizioni temporanee può essere un modo per attirare persone in centro; si potrebbe creare anche a Brescia un percorso permanente di scultura moderna, un museo itinerante all’aperto?
    Certo, si puo\’ creare ovuque, ma vedo che è difficile…
    A Munster ogni dieci anni fanno una grande mostra di scultura e comprano alcune opere. A Carrara ogni due anni c\’è la Biennale di scultura, ma la qualità dei lavori è a volte lamentabile.
    Si può fare, l\’ho già proposto. Acquistare una scultura ogni anno, importante e bella, per 10 anni, un milione all\’anno per avere 10 capolavori per il futuro.
    Costa meno che buttare via i soldi per mettere le tinozze sulle rotonde…
    I bresciani apprezzano l’arte contemporanea? Quanto è difficile mandare avanti una galleria di arte contemporanea in una piccola città semi-provinciale?
    Apprezzano poco ed è molto difficile, ma ormai la cosa non mi riguarda piu\’.
    Una volta ci tenevo ad essere il primo a Brescia. Ora gli orizzonti sono piu\’ ampi. Se i bresciani vogliono ne possono approfittare. Ma Brescia è solo una delle città alle quali mi riferisco, non la sola e non la prima.
    Certo ci tengo e mi piacerebbe, e ci provo anche, come vedete. Vedremo, spero, ma non credo.
    I bresciani “facoltosi” spendono per l’arte contemporanea?
    No.
    Più volte ha espresso la necessità per la nostra città di dotarsi di un museo di arte contemporanea: se avesse mano libera quale edificio sceglierebbe? (ex Crocera, ex Tribunale etc)
    Il Crocera, senza dubbio, e non capisco cosa aspettino: è piccolo, si può fare con spesa contenuta, è centrale. Non penseremo di lasciarlo li abbandonato per sempre? E nel caso cosa ci mettiamo dentro: la banda cittadina e la distribuzione del metadone?
    E\’ da poco terminata la mostra Inca: le è piaciuta? Per la città meglio Inca o le grandi mostre di Goldin?
    Meglio Goldin.
    Che beneficio portano al sistema culturale cittadino le grandi mostre?
    Pasti ai ristoranti e caffè.
    Infine due parole sul “Cubo Bianco” di largo Formentone: le piace?
    No. Li non si deve costruire nulla. La pensilina va bene è bella. Per le aule di lettura ci sono dieci caserme vuote nel centro storico, non racontatemi che c\’è biogno di spazi per i ragazzi, come on.
    Alessandro Cazzoletti

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