Taci somaro di città, e paga

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    Lo stadio Rigamonti da anni è un problema per l’intera città. Eppure se ne scrive e se ne parla come se fosse solo una questione di Mompiano.

    Il binomio automobile/stadio fa si che durante gli eventi sportivi i parcheggi “selvaggi” abbinati a interminabili code nel dopo partita restino un problema irrisolto.

    Altra criticità è il perdurare di episodi di gravi violenze da parte di frange ultras in partite le cui tifoserie sono inspiegabilmente ritenute ostili. Non ultimo la sproporzionata “zona rossa” che ha blindato una serie d’isolati a fronte di alcune decine di tifosi ospiti.

    A ben vedere vanno segnalati altri problemi.

    Uno su tutti: i costi sempre crescenti. Dalle ore straordinarie per vigili e forze di Pubblica Sicurezza al vandalismo dentro e fuori il Rigamonti. Dalla pulizia straordinaria delle strade alle continue manutenzioni al manufatto.

    Un conto salato a carico quasi esclusivo del Municipio nel tempo in cui il bilancio di Brescia Calcio SpA si fonda sui diritti televisivi di pay-tv e compravendite milionarie di giocatori.

    Prima della giunta Martinazzoli il Comune copriva tutto “a gratis”. Poi fu introdotto un canone d’affitto annuo di 75.000 euro che il sindaco Paroli ha pensato bene di abbassare a 50.000 mentre le società sportive in città come Genova pagano oltre 1milone, a Firenze 950.000 e a Cagliari 800.000 euro.

    Il 70% degli spettatori bresciani proviene dalla provincia. Su ventuno partite le presenze dell’anno scorso sono variate dai 2.000 ai 4.900 tifosi per partita. Da ciò si ricava che i tifosi residenti in città sono stati fra i 600 e i 1.400: una “nicchia” rispetto ai 144.000 contribuenti chiamati a pagare il “servizio stadio”.

    C’è da aggiungere che – tirate le somme – quest’anno si spenderà un paio di milioni per i “piccoli” adeguamenti dovuti alla promozione in “serie A” e per di più inutilmente, se si da retta alle forze politiche che vorrebbero lo spostamento dello stadio nella cava Faustini a Buffalora.

    Ma la cosa più preoccupante è che fra due anni andrà in funzione la Metropolitana e il costo del biglietto già oggi previsto a 1,90 euro salirà inevitabilmente. Pensare di costruire la “Cittadella dello sport” non servita da questo moderno mezzo di trasporto, contribuirà a farne lievitare i costi di gestione e le relative tariffe.

    Anche per questo progettare uno stadio lontano dal tracciato della metropolitana è una miopia irresponsabile nei confronti delle future generazioni oltre che causa di costi inimmaginabili.

    In tempo di crisi economica l’assessore Bianchini sogna cattedrali nel deserto sostenuto dal suo partito che diffonde un volantino per lo spostamento del Rigamonti. Nel frattempo durante ogni partita il vicesceriffo alla sicurezza Rolfi è incapace di dare multe per divieto di sosta e la tessera del tifoso del Ministro Maroni fa acqua da tutte le parti. Vien proprio da parafrasare uno slogan della loro Lega Nord:

    Paga e taci somaro di città!

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    1 COMMENT

    1. beha ha ragione Fondra….sono deficienti tutti gli altri tutti i residenti di Mompaino che lamentano la situazione…e probabilmente, Fondra ben lo sparà, ma si guarda bene dal dirlo che le partite rientrano sicurezza e ordine pubblico e la competenza è di questore e prefetto, ma è piu\’ facile dare addosso al Vocesinddaco , vero? rende sempre di piu\’ essere falsi e ipocriti vero?

    2. Ma perchè Giuditta non entra nel merito delle questioni poste da Fondra? E\’ congruo l\’affitto? perchè tutti i cittadini devono pagare lo spettacolo a poche centinaia di tifosi? è logico costruire uno stadio in una zona non servita dalla metro?
      Chiesto questo una mia considerazione: l\’amministrazione della nostra Brescia è stata appaltata a pochi immobiliaristi e l\’unica speranza è riposta nelle banche che forse si accorgeranno che è bene non finanziare più cattedrali che non hanno più fedeli (quale valore hanno gli immobili nuovi invenduti?)

    3. Caro Gigi,

      le questioni che poni sono assolutamente concrete e reali. L\’altra domenica per rientrare a casa in auto ho dovuto mostrare la patente a due posti di blocco.
      Manco a Beirut.

      Qua al Valotti poco manca che mi parcheggino le auto sul balcone.

      Francamente non capisco la polemica di Giuditta su Rolfi/Prefetto/Questore.

      Ringraziando il cielo (o chi volete voi) la questione non è al momento di ordine pubblico ma di vivibilità e di spesa pubblica, e mi pare che queste due categorie DOVREBBERO rientrare nelle competenze degli amministratori comunali.
      Che dice, signora Giuditta, se ne possono occupare? O sono troppo affaticati per via di tutte quelle cene che offrono ad amici e supporters e che pagano con i nostri soldi, poverini?

      Un saluto,

      Veronica

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