“La mobilitazione ha senso per chi guadagna 1.200 euro al mese e non per chi prende un milione. Questo sciopero mi sembra una pagliacciata”. A dichiararlo non è Fausto Bertinotti o Niki Vendola, bensì il presidente del Brescia Gino Corioni, che oggi è intervenuto a gamba tesa sulla questione dello sciopero annunciato dall’associazione calciatori per il rinnovo del contratto collettivo. Parole che è difficile non condividere, soprattutto in tempi di crisi.
“Le società di calcio”, ha continuato Corioni, “sono in balia delle scelte dell’allenatore. Se un tecnico vuole un giocatore io dovrò pagargli cinque anni di stipendio, poi magari sarò costretto a cambiare il tecnico e colui che lo sostituirà non vorrà utilizzare quel giocatore. Se io trovo un’ altra società di una città distante magari 100 chilometri che fa parte della stessa serie e che garantisce lo stesso stipendio perché non posso venderglielo? C’è sempre una via per trovare un accordo, la chiusura totale è una pazzia”.