Prostituzione, cinese arrestata per sfruttamento

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    La polizia Locale di Brescia ha tratto in arresto, lo scorso 24 novembre, una donna cinese di 44 anni che, in seguito ad indagini, è risultata essere a capo di un’illecita attività di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione e dell’immigrazione clandestina.

    La Locale è da tempo impegnata, di concerto con la Procura della Repubblica di Brescia, in un’azione di contrasto all’attività di meretricio svolta da cittadine straniere in alcuni appartamenti in città.

    La modalità è ormai nota alle forze dell’ordine che, infatti, stanno provvedendo al setaccio degli appartamenti sospetti in cui si svolge tale attività illecita: gli incontri vengono per la maggior parte pubblicizzati attraverso annunci che compaiono su siti internet o su quotidiani locali; all’annuncio solitamente risponde una persona che fornisce un indirizzo di massima ma con l’accordo di richiamare una volta giunti sul posto. E così avvenuto anche per l’ultima operazione della Locale che ha smascherato un grosso giro di prostituzione che avveniva in due appartamenti: uno in città e uno a Bovezzo. Giunti sul luogo d’incontro concordato telefonicamente, gli agenti hanno trovato due donne: la prima subito si allontanava mentre la seconda, all’ingresso, faceva segno agli agenti di entrare. La donna che si stava allontanando è stata fermata e portata nell’appartamento dove sono iniziate le indagini. L’appartamento in città è stato perquisito e sono stati rinvenuti, nel forno della cucina, un centinaio di profilattici mentre nel cestino del bagno ne giacevano numerosi già utilizzati, oltre ad una somma di euro 350 posti su uno stendibiancheria.

    Le due donne, su richiesta degli agenti, non erano in possesso di documenti e pertanto sono state accompagnate al Comando di via Donegani per le procedure di riconoscimento. Durante le verifiche gli agenti hanno richiamato il numero che compariva sull’annuncio, utenza che faceva squillare il cellulare di una delle due, quella ovvero che gestiva tutto il giro. La stessa che possedeva nelle tasche del cappotto un mazzo di chiavi appartenenti ad un’auto, una Opel che, rinvenuta dagli inquirenti, portava a trovare i documenti della stessa e ad un altro mazzo di chiavi risultate poi essere quelle dell’appartamento di Bovezzo. Dai documenti rinvenuti si evinceva la residenza della cinese, dove viveva con il marito il quale si è dichiarato all’oscuro di tutto.

    Le indagini sono proseguite con la perquisizione dei locali dell’immobile di residenza, dove gli agenti hanno trovato, nell’armadio della camera, una somma pari a euro 7.535 suddivisa in banconote da 50 e 20 euro. Oltre al denaro è stato trovato anche un decreto di espulsione a carico della cinese, tratta in arresto per clandestinità prima che si sposasse con l’uomo italiano. Nell’appartamento di Bovezzo, invece, gli agenti hanno rintracciato un’altra cospicua somma di denaro, 630 euro, ed una scatola contenente 158 preservativi.

    A fronte degli esiti delle indagini, la donna è stata tratta in arresto e a lei è stato inoltre contestato il reato di riduzione in schiavitù previsto dall’art. 600 del Codice Penale.

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