Mattinzoli: “Serve un welfare più equo, cassa in deroga anche per gli artigiani”

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Una nuova equità sociale per dare una risposta ai “drammatici” effetti della crisi . E’ questa la strada indicata da Enrico Mattinzoli, presidente dell’Associazione Artigiani di Brescia, che stamane, insieme ai vice Agliardi e Vidali e al direttore Gerardini, ha fatto un bilancio dell’annata appena trascorsa, sviluppando molti temi già anticipati a bsnews.it (leggi qui e qui). Per il leader dell’associazione di via Cefalonia il dato da cui partire è che “non si vede ancora una via d’uscita dalla crisi”. Per lo meno in Italia, impantanata nelle secche dell’inefficienza (basti pensare al caso Inail di ieri, definito una vera “vergogna”). Perché negli altri paesi la ripresa c’è eccome. Non solo in Cina o India, ma anche in Germania. Per Mattinzoli le ricette da mettere in campo ruotano attorno a parole d’ordine quali “aggregazione”, “innovazione”, “ricerca”, “riforma fiscale”. Ma in attesa che l’economia si rimetta in moto, “va rivisto il sistema dal welfare pensando a un diverso utilizzo delle risorse”. Insomma, giusto tutelare il lavoro dipendente e pubblico, ma qualcosa va fatto anche per chi ha un contratto a tempo determinato e per i lavoratori autonomi. “Abbiamo decine e decine di associati costretti a chiudere, persone che non riescono a far quadrare i conti e che si ritrovano senza nulla; per loro non c’è alcun ammortizzatore sociale, nessun paracadute. Noi crediamo che uno strumento come la cassa in deroga debba includere anche i lavoratori autonomi”. Non si tratta di una semplice enunciazione di principio, l’Associazione ha infatti già pronta una proposta di legge da portare a Roma attraverso i parlamentari bresciani. Una sorta di assicurazione, ha spiegato Mattinzoli, un fondo volontario in cui versare una percentuale del salario a cui poter accedere nei momenti di crisi.

Ma poi andrebbero pensati anche altri meccanismi: la tassazione delle rendite finanziarie, la riforma fiscale, l’aumento di due punti dell’Iva (come fatto in Germania) che darebbe le risorse per detassare il lavoro dipendete e far trovare in busta paga ai lavoratori qualche centinaia di euro in più; soldi che potrebbero stimolare i consumi e la domanda interna. Insomma, “ci vuole più coraggio” ha spiegato Mattinzoli. “La nostra classe politica ragiona come in passato mentre tutto è cambiato. Si difende l’esistente, ma non si pensa più a come creare ricchezza. Una coppia di giovani con contratti a termine oggi non può fare progetti, non può fare un mutuo. Così non c’è futuro”.

Quel che è certo è che le imprese non stanno a guardare. “Il nostro Confidi, il più grande della Lombardia – ha spiegato Mattinzoli – eroga più soldi per progetti d’innovazione che per coprire la spesa corrente”. E questa è la direzione sulla quale puntare. “Chi ha investito in ricerca e innovazione sta ripartendo e sta già facendo utili. Basti l’esempio della Gefran”. Ma siccome per le piccole e medie imprese fare ricerca non è cosa semplice, vanno stretti legami con l’Università e con il Csmt e – ha spiegato il vicepresidente Bortolo Agliardi – vanno sviluppati i distretti e le filiere. “Bisogna uscire dal personalismo familistico tipico delle Pmi – ha detto Agliardi – Chi ha saputo fare filiera ha trovato le energie per fare innovazione. La filiera tecnologica di qualità è l’arma per cavalcare l’onda della ripresa”. “Piccolo non è più sinonimo di bello, aggregare è ormai diventata la parola d’ordine di un modo nuovo di fare impresa” ha aggiunto Mattinzoli

E l’unione fa la forza anche in termini di associazioni: basta parlare con molte voci, meglio un unico rappresentante che parli a nome di tutte le Pmi. Anche perché, ha spiegato il presidente, i problemi sono gli stessi, si tratti di commercianti, artigiani, piccoli industriali. “Qualche passo in avanti lo si è fatto con il Patto di Capranica. Lunedì scorso, per esempio, durante l’incontro con il sottosegretario Saglia, Carlo Massoletti (Ascom) ha parlato a nome di tutti (Ascom, Confesercenti, Confasrtigianato, Associazione Artigiani, Cna). Così sarà anche lunedì, all’incontro con il presidente di Aib Dallera. In quell’occasione mi auguro si possano fare altri passi avanti in questa direzione: se chiediamo semplificazione alla politica, dobbiamo iniziare noi a fare altrettanto”.

Infine una battuta sull’aeroporto (“Con AbeM abbiamo dimostrato che il sistema delle imprese può ottenere grandi risultati”) e sul caso Fiat. “Io sono per il sì” ha detto Mattinzoli “ma non si può pensare di escludere una parte del sindacato e dei lavoratori. Bisogna tornare allo spirito degli anni ’70, dove le ragioni degli uni e degli altri trovavano sempre una sintesi”.

 

I NUMERI DELL’ASSOCIAZIONE

 

Metalmeccanici: 2.624

Installatori: 1.703

Edili: 1.641

Tessile: 508

Legno/arredamento: 705

Alimentaristi: 871

Servizi: 3.958

Varie: 1.295

Totale associati (dato del 2010): 13.305

 

OPERATIVITA’ AREA CREDITO:

Finanziamenti liquidità di cassa: 40.715.518 euro

Finanziamenti per investimenti: 40.597.243 euro

Confiducia: 18.909.558 euro

Antiusura: 1.185.000 euro

Totale approvato: 101.407.319 euro

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1 COMMENT

  1. perchè non eleggono Mattinzoli presidente dell’aeroporto? ha le idee chiare e mi sembra che quando ritiene valida una proposta (e lui al contrario di altri ne ha tante), la segue fino in fondo; chi ha l’autorità per farlo, per la ns. Brescia, dovrebbe da subito dargli in mano pieni poteri….

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