Rifiuti non trattati al posto di ghiaia: sequestrato cantiere stradale sulla Lenese

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    I Carabinieri del NOE di Brescia, in collaborazione con quelli della Compagnia di Desenzano, nei giorni scorsi hanno sequestrato un cantiere edile operante sulla SP 668, la c.d. “strada lenese”, in un tratto situato nel Comune di Montichiari.

    I militari, intervenuti per verificare le modalità di esecuzione dei lavori di messa in sicurezza della strada, hanno riscontrato l’impiego di materiali difformi da quelli previsti dal capitolato d’appalto per la costruzione dei rilevati e dei sottofondi realizzati ai margini della carreggiata. Nello specifico, in luogo della prevista ghiaia di cava proveniente da attività estrattiva, venivano infatti utilizzati rifiuti provenienti da attività di demolizione, senza che le autorità competenti avessero rilasciato le previste autorizzazioni all’impiego. L’utilizzo di tali tipologie di rifiuti, non preventivamente trattati, avrebbe consentito all’impresa esecutrice dei lavori di trarre un notevole risparmio sui costi di realizzazione. Al termine degli accertamenti, condotti con l’ausilio dei tecnici dell’ARPA che si sono occupati di una prima caratterizzazione dei rifiuti, è stato sequestrato il cantiere operante sulle scarpate laterali della strada provinciale, per una lunghezza di circa un Km. La circolazione stradale non è stata compromessa in quanto solo i margini laterali della strada sono stati interessati dai lavori. Una persona è stata deferita all’Autorità Giudiziaria per gestione illecita di rifiuti e realizzazione di discarica abusiva; sono ora in corso accertamenti per verificare l’effettiva quantità dei rifiuti utilizzati nei sottofondi e le loro reali caratteristiche chimico-fisiche.

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    1 COMMENT

    1. per la verità, il sequestro è del 21/12/2010, non dei giorni scorsi; chi vuole può trovare le fotografie del cantiere sequestrato, e dell’avviso dei Carabinieri datato 21/12/2010, su http://www.tempomoderno.it/?p=351 che ha pubblicato giusto ieri una nota sull’argomento. Forse, proprio questa nota ha fatto venire voglie di diffondere la notizia, rimasta ignorata per quasi un mese.
      Comunque, quella dell’utilizzo di inerti di recupero (si tratti di scorie di fonderia trattate, o di macerie di demolizione frantumate) è una pratica che andrebbe incentivata: sono perfettamente idonei, non inquinano, costano molto meno e riducono i volumi di rifiuto da smaltire. Il problema è che l’utilizzo deve essere trasparente. Non può accadere che qualcuno sia pagato per smaltire i rifiuti, e invece li infili sotto una strada facendosi pagare dall’ente committente come se ci avesse messo la ghiaia di cava. Per la cronaca, come chiunque può vedere dal cartello coi dati di cantiere, l’impresa esecutrice delle opere è la Gaburri SpA. Non faceva parte anche questo della notizia?

    2. Eh, parrebbe di sì. Strano, a volte i nomi escono, altre no. A volte le notizie vengono diffuse con grande enfasi e con dovizia di particolari, altre volte i nostri noti bugiardini, ora anche online, le ignorano bellamente. E se proprio non possono ignorarle perchè da qualche poro riescono ad uscire, le relegano ad occhielli invisibili e con vita breve. E’ evidente che i nostri organi di informazione prendono il pubblico per una massa di babbei a cui interessano, nell’ordine:
      1. il calcio, in tutte le sue espressioni; 2. se la tale signorina sia o meno stata ospite a cena del tal dei tali; 3. che esista un limone a forma di peperone; 4. che la zia Augusta compia 96 anni attorniata da figli, nipoti, pronipoti e badante.

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