Traforo del Mortirolo, presentato lo studio di fattibilità ma i soldi non ci sono. Cattaneo: “I privati si facciano avanti”

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    Superare il Mortirolo, passo alpino reso celebre dalle imprese dei ciclisti del Giro d’Italia, tra qualche anno potrebbe essere una questione di pochi minuti. Questa mattina, al Centro Congresi di Darfo Boario Terme, è stato infatti presentato lo studio di fattibilità per la realizzazione del collegamento Edolo-Tirano attraverso lo scavo di un traforo che permetterebbe di evitare l’ampia conca a prati e boschi che si trova a 1800 metri di altitudine, tra cime che sfiorano i 3000 metri. L’infrastruttura, dal costo di circa 400 milioni di euro, collegherebbe Vallecamonica e Valtellina. Un’ipotesi accarezzata da decenni – come per molte infrastrutture lombarde – che con questo studio ha fatto un bel balzo in avanti. Al momento, va però detto, non c’è alcuna certezza sui finanziamenti anche se la Provincia di Sondrio e il tessuto economico valtellinese (soprattutto il sistema bancario) paiono intenzionati a non sprecare l’ennesima occasione.

    “Il Mortirolo evoca sudore e lacrime – ha spiegato l’assessore regionale alle infrastrutture Raffaele Cattaneo, presente a Darfo. “Vale anche per il progetto del traforo: una sfida avvincente, seppur ardua, di cui si parla da tempo anche attraverso studi che vanno al di là del livello locale”. L’assessore ha ricordato "i punti di forza" che caratterizzano l’opera: "innanzitutto si tratta di un lavoro condiviso dalle istituzioni e dal territorio, che chiede infrastrutture che favoriscano le connessioni. L’intervento è già previsto dalla programmazione regionale: è inserito nel PRS, nel PRT e nell’AQST. Inoltre possiamo capitalizzare molte esperienze e studi precedenti che consentono di raccogliere più elementi per la progettazione del migliore dei collegamenti possibili". Nello studio si favorisce l’ipotesi del traforo ferroviario, pur non escludendo l’ipotesi stradale. "Ciò è un valore – ha spiegato – perché va nella direzione della promozione della sostenibilità e del riequilibrio modale, in linea con quanto stanno facendo altre Regioni europee". Da ultimo Cattaneo ha ricordato i passi che si devono ancora compiere per arrivare alla fase operativa: "Per fare in modo che questo progetto diventi un cantiere e non resti tra le idee brillanti riposte in un cassetto, occorre studiare con realismo ciò che ancora manca. Serve un’analisi approfondita dei costi e soprattutto delle possibili forme di autofinanziamento, per verificare la sostenibilità economica dell’opera, a cominciare da un’oggettiva valutazione della domanda potenziale e delle possibili forme di cattura del valore. Oggi infatti non è pensabile che i circa 400 milioni di euro necessari ricadano tutti sulla finanza pubblica".

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    1 COMMENT

    1. Ogni tanto questa storia del traforo rispunta fuori, si spendono un po’ di soldi per fare studi e progetti e poi non se ne fa nulla. Purtroppo temo che anche questa volta finirà così (ma spro di sbagliarmi!!). Come si sa la Provincia di Brescia non ha un soldo. Dubito anche che ci sia la corsa dei privati a metterci i quattrini.

    2. Io non conosco la vicenda e non conosco bene la zona e i suoi problemi di mobilità. Però l’idea di sviluppare un trasporto sostenibile e intemodale sul modello europeo mi sembra interessante. Sarebbe possibile partire da Brescia e arrivare a St. Moritz in treno, prima con la Brescia-Iseo-Edolo, poi il traforo e infine il trenino del Bernina. E’ un’opportunità che potrebbe avere interessanti riflessi sotto il proflo del turismo (enogastronomico, invernale, estivo…).

    3. MA INVECE DI FARE OPERE INUTILI COME IL PONTE SULLO STRETTO (A PROPOSITO…A CHE PUNTO E’? BERLUSCONI NON AVEVA POSATO LA PRIMA PIETRA MESI FA????) SAREBBE PI§ UTILE INVESTIRE SOLDI IN TRAFORI COME QUELLO DEL MORTIROLO. SE NON COLLEGHIAMO QUESTO PAESE CON IL RESTO D’EUROPA, SAREMO SEMPRE PIU’ ISOLATI!

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