Pm10 alle stelle. Milano vara la domenica a piedi, Brescia (e il resto della Lombardia) no

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    Le polveri sottili non concedono tregua. Ieri un po’ in tutta la Lombardia si sono registrate concentrazioni di Pm10 oltre il doppio della soglia consentita dalla Ue (50 mgc/mc). A Brescia la centralina del Broletto ha registrato il valore di 120, quella del Villaggio Sereno di 123. A Rezzato si è arrivati a 138. Situazione analoga nel resto della regione. A Milano 108 nella centralina di Città’ Studi, 134 in quella del Verziere, 155 in via Senato.

    Stamattina al Pirellone era in programma il tavolo regionale sulla qualità dell’aria per fare il punto sulle politiche messe in campo contro l’inquinamento atmosferico (tavolo a cui partecipano la Regione, le 12 Province con i rispettivi comuni capoluogo, i comuni con più di 40mila abitanti, le associazioni degli Enti locali, del sistema delle imprese, dei sindacati e delle parti sociali, le organizzazioni ambientaliste). ”Nessuno dei comuni presenti oggi al tavolo, tranne Milano, ha manifestato l’intenzione di attuare blocchi del traffico sul proprio territorio domenica prossima” ha spiegato al termine dell’incontro l’assessore regionale Marcello Raimondi. ”Comprendiamo – ha spiegato Raimondi – che il comune di Milano voglia radicalizzare le misure già previste dalla regione, ma la stragrande maggioranza dei comuni non vede le condizioni per blocchi sporadici o anche programmati. Insistiamo perché si vada avanti con le politiche strutturali adottate già da tempo dalla regione con serietà e coraggio”. E proprio ”sulle politiche strutturali c’è stata – ha garantito l’assessore – condivisione totale da parte del tavolo”.

    Quel che è certo è però che al di là delle politiche strutturali in questo inizio d’anno le concentrazioni di Pm10 hanno quasi sempre sforato la soglia consentita. A Milano la serie consecutiva di giorni fuori legge ieri è arrivata a 15. Così il sindaco Moratti stamane ha annunciato: “Domenica ci fermiamo perché non abbiamo segnali che ci dicano che rientriamo per tre giorni sotto i limiti. Quindi io oggi pomeriggio firmerò l’ordinanza per la chiusura dalle 8 fino alle 18”. A Brescia la situazione non è molto diversa: da inizio anno un solo giorno – il 3 gennaio – ha fatto registrare valori nella norma in entrambe le centraline (Broletto e villaggio Sereno). Prese singolarmente la prima (Broletto) ha registrato valori “in regola” solo 6 giorni su 25 (il dato del 19 gennaio non è disponibile); al villaggio Sereno la concentrazione è invece stata sotto il limite in sole due giornate su 26! Insomma, come sempre a gennaio l’aria inizia a farsi irrespirabile. Eppure la Leonessa, come il resto della Lombardia, Milano esclusa, preferisce aspettare e (forse) sperare nella pioggia. 

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    1 COMMENT

    1. Detto che le domeniche a piedi non possono risolvere il problema e che sono una misura tampone (una pezza a un problema enorme), credo che se studiate in anticipo potrebbero avere un valore educativo importante. Però andrebbero concordate per macro-zone (inutile che lo faccia brescia e non l’hinterland) e soprattutto andrebbero fatte in maniera "rigida" (non come lo scorso anno dove potevano circolare più della metà delle vetture). Il senso dovrebbe essere quello di dire: si può vivere la città, di domenica, lasciando l’auto in garage, andando a piedi, in bici, in bus. Tutto questo porta ad avere un’aria meno inquinata? Tanto meglio. Ma pretendere riflessioni di questo tipo dalla giunta che ha reso piazza duomo un parcheggio è un’utopia..

    2. TROVO SCANDALOSO CHE LA GIUNTA PAROLI CONTINUI CON QUESTA STRAMBA POLITICA CHE NON RISOLVE ALCUN PROBLEMA E FINISCE PER ESASPERARLO….. SFIDO CHIUNQUE A DIRE CHE L’AMBIENTE IN CITTA’ STA MESSO MEGLIO DI PRIMA!!!!!!!!!!!!!!!11

    3. Sottoscrivo il discorso di AMBIENTE LIBERO, se tutta la Lombardia fa le domeniche a piedi perché noi no? Siamo forse meno inquinati?

    4. Caro sinistro, ma sai leggere????? SOLO MILANO HA DECISO LA DOMENICA A PIEDI, TUTTA LA LOMBARDIA ha detto "no". Le domeniche senz’auto sono un palliativo, servono a poco e non risolvono il problema. Si possono anche fare, ma servono politiche strutturali; vero è che queste ultime (chessò…dal metrò all’auto elettrica, ma anche l’ampliamento del teleriscaldamento) non hanno un riscontro a breve termine. Quindi? Quindi invece di bloccare le auto abbassiamo tutti di un grado la temperatura nelle nostre case e nei nostri uffici, soprattutto dove – penso a certi uffici pubblici – le temperature sono tropicali!!!!

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