Consulta della Stazione, elezioni illegittime?

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    Egregio Direttore, con l’Interpellanza presentata in Loggia, a firma anche dei colleghi Albini, Bazoli, Boifava, è stata posta anche una questione di legittimità per le elezioni della Consulta sulla Stazione. Motivazioni che si aggiungono a quelle opportunamente addotte sul piano politico dal Gruppo del PD per chiedere un azzeramento della situazione e l’indizione di nuove elezioni.

    Se le obiezioni politiche, peraltro ben fondate, possono essere oggetto d’una discussione, gli aspetti procedurali, viceversa, confermano con chiarezza l’illegittimità degli atti compiuti. Tale illegittimità nasce dal fatto che si è stravolto il deliberato, unanimemente assunto dalla Circoscrizione, che in applicazione dell’art. 5 del Regolamento approvato prevedeva un elettorato attivo espresso da “cittadini residenti”, non già solo da cittadini iscritti alle liste elettorali.

    Questo rovesciamento di posizioni, tra ciò che è stato consapevolmente deciso dalla Circoscrizione (e risultante dai Verbali e validato dal Dirigente del Decentramento) e ciò che è stato poi realizzato, è stridente ed illegittimo.

    Un rovesciamento fatto con una comunicazione interpretativa del Dirigente, ma in assenza di atti amministrativi che possano legittimare il cambiamento avvenuto. L’espressione “cittadini residenti”, adottata dalla Circoscrizione, non può in alcun modo essere interpretabile nel senso di “residenti aventi la cittadinanza”. Come in effetti si evidenzia considerando che nelle comunicazioni anagrafiche del Comune di Brescia si fa sempre esplicitamente riferimento a: “cittadini italiani”, “cittadini comunitari”, “cittadini extracomunitari”, “cittadini stranieri”, senza ritenere che vi debba essere il presupposto della cittadinanza.

    Anche le normative nazionali (si consideri la Direttiva del Ministro dell’Interno del 1.3. 2000 o il Decreto legislativo 286/1998, sempre riguardanti l’emigrazione) parlano sempre di “cittadini stranieri”, non sottintendendo che il termine “cittadini” comporti di per sé il possesso della cittadinanza, come erroneamente ritengono il Dirigente e l’assessore Rolfi.

    In altri termini l’aver interpretato l’espressione “cittadini residenti” come “residenti aventi la cittadinanza”, snatura l’elettorato attivo com’era previsto dal Regolamento approvato e ciò comporta la presa d’atto della illegittimità delle elezione effettuata.

    Claudio Bragaglio  

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