I primi controlli riguardavano soltanto aziende a conduzione familiare, le uova e le carni non sono finite sul mercato. A dirlo è l’Asl che, con una nota, fa il punto della situazione sulle eccessive concentrazioni di diossina rilevate negli animali di alcuni allevamenti bresciani. L’Azienda sanitaria locale, inoltre, sottolinea che nei prossimi giorni si terranno nuovi test per verificare se la causa dell’inquinamento sia da ricercarsi in cattive pratiche o in fattori ambientali esterni.
ECCO IL COMUNICATO:
Nell’ambito del Piano di Monitoraggio sulla presenza di PCB e Diossine promosso da Regione Lombardia nell’agosto 2010, l’ASL di Brescia ha avviato i controlli prescritti, di propria competenza territoriale. Il Dipartimento di Prevenzione Veterinario ha, pertanto, effettuato campionamenti presso allevamenti avicoli ad uso familiare situati nei comuni di Sarezzo, Ospitaletto, Brescia, Montirone, Castegnato e Casto, in prossimità di potenziali fonti di contaminazione, al fine di verificare la presenza di P.O.P. (Inquinanti Organoclorurati Persistenti, cioè Diossina, Furani e PCB ) in alimenti di origine animale. Le analisi effettuate sui 6 campioni di uova hanno dato esito positivo, dimostrando la presenza di P.O.P. in concentrazioni oltre i limiti consentiti dalla legge. Si è trattato, in questa prima fase, di un test preliminare di screening, per la verifica di presenza non solo di Diossina, ma di tutta la famiglia degli Inquinanti Organoclorurati
Persistenti.
Va innanzitutto precisato che i controlli sono stati effettuati esclusivamente in aziende a conduzione familiare, i cui prodotti alimentari di origine animale non entrano nel circuito commerciale, ma sono solo destinati al consumo domestico. A questa prima fase di indagine seguirà nei prossimi giorni l’avvio di ulteriori approfondimenti, volti ad individuare la fonte di contaminazione, secondo le indicazioni fornite dal Tavolo di Coordinamento Regionale costituito da Regione, ASL, Facoltà di Veterinaria dell’Università degli Studi di Milano e Istituto Zooprofilattico. Operatori regionali e dell’ASL, con l’ausilio di esperti dell’Istituto Zooprofilattico, svolgeranno sopralluoghi nelle aziende rurali dove si sono rilevati livelli di P.O.P. oltre il limite, per valutare le modalità di gestione degli allevamenti stessi.Si tratta di verificare se la presenza di microinquinanti sia dovuta a cattive pratiche da parte degli allevatori, come ad esempio l’utilizzo di trucioli per lettiera derivanti da legname trattato, combustione in loco di involucri di plastica o spargimento nel terreno di cenere prodotta da combustione non controllata; inoltre saranno fornite indicazioni gestionali, quali il confinamento di polli e galline in zone ben delimitate, per evitare contatti con eventuali microinquinanti.
Nel frattempo l’ASL di Brescia ha impartito, in via cautelativa, il divieto di utilizzare per il consumo umano le uova e le carni del pollame appartenenti agli allevamenti campionati. A fronte di tale situazione 5 allevatori su 6 hanno deciso la soppressione degli animali. Solo successivamente alla esclusione della presenza di microinquinamento dovuto a scorrette pratiche di gestione, saranno avviate ed estese le competenti indagini ambientali. Non si è ritenuto, in questa fase preliminare delle indagini, di dare alcuna comunicazione ai Sindaci, trattandosi, come detto, di esiti da approfondire ulteriormente e che, allo stato attuale, non potrebbero giustificare l’adozione, da parte dei Sindaci stessi, di ordinanze contingibili ed urgenti, a tutela della salute pubblica.L’ASL, quindi, in stretta sinergia ed integrazione con la Regione Lombardia, sta, come sempre, operando con tempestività e puntualità, avendo il pieno controllo della situazione
Rispetto alla nota, il Direttore Sanitario dell’ASL Francesco Vassallo aggiunge quindi le seguenti precisazioni:
“Nella giornata di domani giovedì 17 febbraio la Regione emanerà alle ASL le Linee Guida per la corretta gestione degli allevamenti avicoli; tali Linee Guida saranno diffuse agli interessati tramite la stessa ASL e le Associazioni di categoria. Nei prossimi giorni saranno effettuati controlli
sulle uova dei pollai privati vicini a quelli già ispezionati: in tale occasione saranno illustrate, ad opera del personale veterinario dell’ASL, le Linee Guida citate, onde consentire di andare a verificare i livelli di contaminazione delle uova dopo circa 60 giorni di corretta gestione. Non saranno eseguiti prelievi di sangue a nessuno”, aggiunge il Direttore Sanitario dell’ASL, in quanto il livello attuale di contaminazione non rappresenta un rischio per la salute. Si prenderà in considerazione la possibilità di sottoporre le persone a prelievo di sangue solo nel caso in cui, dopo il periodo di 60 giorni e dopo una corretta e continuativa gestione del pollaio in tale periodo, le uova dovessero risultare ancora contaminate oltre i limiti di norma”.
Il problema non è solo quello che le uova siano finite o meno sul mercato: il problema è che gli animali vivono in un ambiente contaminato. E nello stesso ambiente ci viviamo pure noi!
Comunque niente panico, possiamo dormire sonni tranquilli: c’è l’ASL che veglia su di noi …