Artfidi, nel 2010 finanziamenti per 170 milioni. Crescono gli investimenti. “Ma la crisi non è ancora alle spalle, Confiducia va rinnovato”

    0

    La crisi non è ancora alle spalle. Lo dicono i numeri e i numeri non mentono. Quelli di Artfidi Lombardia, poi, sono particolarmente significativi dal momento che si tratta del confidi di riferimento del territorio, quello a cui arrivano il maggior numero di richieste di finanziamento. Ebbene se è vero che rispetto al 2009 – l’annus horribilis dell’economia – si nota un leggero miglioramento, con un calo delle richieste (-8,9%) e delle somme erogate (-8,4%), è anche vero che esclusa quell’eccezionalità il confronto con gli anni passati mostra come nel corso del 2010 le aziende abbiano avuto ancora un forte bisogno di sostegno e liquidità per far quadrare i loro conti.

    “Si è trattato di un anno di consolidamento” ha commentato illustrando i dati il presidente di Artfidi Battista Mostarda “nel quale noi ci siamo confermati riferimento e partner affidabile per le imprese”. Squadernando il bilancio 2010 emerge una situazione in chiaroscuro: “La crisi non è affatto superata” ha spiegato il direttore Francesco Gabrielli. Lo scorso anno Artfidi ha gestito 2.652 pratiche (1.673 solo a Brescia), 250 in meno del 2009 ma circa mille in più rispetto al 2007 e al 2008; i finanziamenti approvati hanno superato i 170 milioni di euro (97 a Brescia) i finanziamenti approvati hanno superato i, anche qui in calo sul 2009 ma più del doppio rispetto al 2007, l’ultimo anno pre-crisi. Bassissimo il tasso d’insolvenza, un “fisiologico” 1,36%. Numeri che dicono insomma di una situazione di difficoltà ancora ben presente. Ma qualche segnale incoraggiante si vede. “Non è tanto il calo rispetto al 2009” continua Gabrielli “piuttosto il fatto che il 44% delle richieste è per investimenti”. L’anno prima la fetta maggiore era invece andata alla liquidità di cassa: in sostanza si è passati da una condizione in cui le pmi chiedevano aiuto per coprire le spese ad una in cui chiedono un sostegno per progetti di crescita e sviluppo. Una tendenza, questa, che andrebbe sostenuta. E qui Artfidi lancia una sorta di appello a Regione, Unioncamere e Provincia perché vengano replicati alcuni strumenti anti-crisi messi in campo negli scorsi anni: Confiducia, il fondo di garanzia per favorire l’accesso al credito delle pmi, è in scadenza a marzo; il bando per la controgaranzia del Broletto è scaduto lo scorso 31 dicembre. “Bisogna ripristinare questi strumenti” conclude Gabrielli.

    Sul capitolo banche – da più parti accusate di aver stretto i cordoni della borsa proprio quando le aziende avevano bisogno di risorse – va sottolineato il ruolo strategico degli istituti del territorio, più sensibili nel sostenere le imprese locali. La parte del leone spetta ad Ubi Banca che ha erogato il 46% dei finanziamenti; altra fetta decisiva quella del banco popolare (18%) mentre le banche di credito cooperativo si sono fermate al 13%; in coda i grandi gruppo bancari, Intesa-San Paolo al 2.9%, Unicredit al 2,75%. “Oggi come oggi” ha commentato il presidente dell’Associazione Artigiani Enrico Mattinzoli “la vera banca del territorio è Ubi. Stanno facendo quello che un tempo facevano le casse cooperative: escono dagli uffici e vanno a trovare i clienti. Vorremmo invece che aumentasse la quota di risorse erogate dalle Bcc”. Tirata di orecchie per i colossi del credito Unicredit e Intesa: “Hanno numerosissimi sportelli, dicono di volersi rapportare con le aziende ma i numeri dimostrano che non è così”. Infine uno sguardo al futuro: “C’è voglia di investire ma sul tappeto restano i problemi di due tre anni fa. Per esempio la semplificazione più volte annunciata ancora non c’è. Resta poi il nodo del “fare squadra”: le piccole imprese hanno la necessità di mettersi insieme e quella dei consorzi è una possibilità da cogliere”. Dopo l’ottenimento nel 2009 della qualifica di Confidi 107 – qualifica che consente di offrire più garanzie e quindi di far avere alle imprese più risorse – per Artfidi la sfida è invece spuntare condizioni sempre migliori per i propri associati: un’impresa che oggi si rivolge in via Cefalonia ottiene un tasso d’intesse dimezzato rispetto al rapporto diretto con la banca. Oggi il confidi opera a Brescia, Crema, Lodi e da poco anche a Seveso e Milano; 18.317 le imprese iscritte al 31 dicembre, in crescita di 1500 in un anno.  

    La newsletter di BsNews prevede l'invio di notizie su Brescia e provincia, sulle attività del sito e sui partner. Manteniamo i tuoi dati privati e li condividiamo solo con terze parti necessarie per l'erogazione dei servizi. Per maggiori informazioni, consulta la nostra Privacy Policy, che trovi in fondo alla home page.

    Lascia una risposta (la prima volta la redazione deve accettarla)

    Per favore lascia il tuo commento
    Per favore inserisci qui il tuo nome