Immigrati, lettera aperta al vescovo di Brescia

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    Egregio Direttore,

    ho letto con molto interesse la lettera alle Comunità Cristiane della Diocesi di Brescia sulla pastorale per gli immigrati, del nostro Vescovo Monari.

    Una caratteristica dei suoi interventi, dal suo arrivo nella nostra città, è che ti prende per mano ed in modo semplice e chiaro, ti guida ad un’analisi lucida dei problemi e, da buon Pastore, aiuta a far luce su molte tematiche, anche un po’ spigolose e difficili, senza chiudersi in difesa, secondo la logica del Vangelo. Lo ha fatto nel dicembre scorso in occasione della celebrazione dello scambio delle rose e dei ceri, chiarendo la posizione di una Chiesa libera che non è, e non può essere, identificabile né con la destra, né con il centro, né con la sinistra.

    In questi momenti, non facili, anche la mia Chiesa, non sempre ha avuto testimoni credibili, tra le sua fila: sicuramente incidenti di percorso, responsabilità individuali, piuttosto che uno stile, ma sicuramente spiacevoli.

    Anche in occasione di questa ultima lettera, il Vescovo Luciano è stato illuminante: non perché difende gli extra-comunitari, ma perché espone in modo chiaro un problema e ci aiuta a dipanarne la matassa senza pregiudizi e chiusure ideologiche.

    E’ sempre più necessaria una Chiesa così, che senza pesi e gravami, annuncia Cristo, uomo libero e povero, e che prende come sua strada l’uomo, lavora per il bene di ogni uomo, per il bene di tutti: “Chiunque crea un frammento di verità e di bene contribuisce a trasformare il mondo secondo Dio: immette Dio nel mondo e il mondo in Dio”. Continua il Vescovo Luciano nell’omelia dei Santi Patroni: “Questa è la grandezza dell’uomo e della sua esistenza: e se tutti i risultati che riusciamo ad ottenere sono provvisori, l’amore con cui operiamo è eterno. Questa è la nostra speranza”.

    Grazie Vescovo Luciano: come genitore, impegnato in un partito e con cariche elettive la mia riconoscenza: avere una guida come Lei, che annuncia e non urla parole di vita e di speranza, ci aiuta a proseguire con serenità e determinazione nella nostra quotidianità, spesso complicata come complicato è il mondo di oggi.

    Auspico come Lei che sul tema immigrazione si possa, dopo tanti proclami, ragionare seriamente. Innegabile che non possiamo accogliere tutti e che purtroppo, nelle pieghe della povertà non sono poche le persone che approfittano o delinquono, ma se con queste la distanza deve essere netta e la legalità lo strumento per risolverla, bisogna fare in modo che le “brave” persone che sono arrivate da lontano e che contribuiscono alla crescita di ricchezza del nostro paese, possano trovare comunità cristiane e civili pronte a dialogare con loro nel rispetto delle differenze culturali, storiche e religiose.

    Sarebbe opportuno che queste persone salissero sulla “barca a remare con noi” per puntare la prua verso il largo, il futuro; vorrei chiedere loro di contribuire, non solo con il pagamento delle tasse e dei contributi, ad una Brescia più bella e vivibile; vorrei coinvolgerli nella riflessione sulla scuola, sull’inquinamento, sull’economia italiana, sullo sport, sulla delinquenza …

    Preferisco l’idea di costruire ponti piuttosto che alti muri che dividono. Preferisco unire che dividere. Me lo insegna il Vangelo ed anche il buon senso.

    Un dato è certo: l’ultima annata agricola ha portato una riduzione drastica nella produzione mondiale di grano, soia,riso ed altri prodotti primari.

    Aumenti accentuati dalle speculazioni finanziarie sulle materie prime, (dal 30 al 70% negli anni ’90) e che proseguono anche in questo periodo. Quali le conseguenze? Il direttore del World Food Programme dichiara: “La gente che non ha cibo a sufficienza ha solo tre opzioni a disposizione: la rivolta, l’emigrazione o la morte”.

    I barconi di questi giorni ne sono la prova, ma l’Italia si è fatta trovare impreparata ed incapace ad affrontare il problema. Non è possibile che i meriti siano solo nostri e le colpe solo dell’Europa.

    Sempre nell’Omelia dei Santi Patroni , ha avuto il coraggio di chiedere scusa ai nostri giovani : a loro lasceremo un mondo meno bello , più inquinato e con più debiti . Problemi che loro dovranno superare “per la nostra superficialità e avidità”.

    Ma affronteremmo un altro problema complesso: per ora grazie Vescovo Luciano.

     

     

    f.to Valter Muchetti

    Consigliere Comunale P.D.

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