Il confronto urbanistico fa la muffa

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Il 17 maggio 2010 davanti all’Aula Magna della facoltà di Medicina il presidente della Circoscrizione Nord – al cellulare con l’assessore all’urbanistica – scopriva all’ultimo momento che il “quinto Focus” previsto dal nuovo Piano del Governo del Territorio non si sarebbe fatto. Un contrattempo del sindaco imponeva un rinvio che ora s’è prolungato di quasi dieci mesi. Com’è possibile che nell’agenda della Giunta non s’è trovato il tempo per incontrare la città e confrontarsi sul tema “Brescia e l’area vasta”?

Non mi pare una questione da poco.

Si tratta di come progettare il rapporto futuro fra chi risiede in città e le oltre 200.000 persone che abitano l’hinterland e che ogni giorno ci raggiungono per lavorare, studiare, divertirsi, incontrare parenti e amici.

La verità è che negli ultimi dieci anni non si sono fatti i conti con le reali necessità e possibilità economiche di chi ha bisogno di un’abitazione, spingendo molti a una fuga dalla città.

Le ultime rilevazioni ci dicono che in città restano invenduti 10.000 appartamenti. Non solo, le previsioni del PRG vigente ne prevedrebbero ancora.

Nonostante tutto ciò – per incassare gli oneri di urbanizzazione – l’attuale Giunta s’è data come presupposto per la propria politica urbanistica un’espansione di nuovo edificato, non tenendo conto né dell’attuale invenduto, né dei fallimenti delle imprese edili passate da 4.200 a 2.800 in poco tempo.

Tuttavia, almeno per le questioni dello spostamento dello stadio e dei grattacieli di Piazzale Vivanti – per citare solo Mompiano – il pericolo di cementificazione pare timidamente allontanarsi.

Non perché l’Amministrazione dia ascolto alla saggezza dei molti cittadini riuniti in comitato, ma perché a sostegno della domanda di qualità e sobrietà urbanistica ora si sono schierati anche gli ordini professionali e i sindacati dell’edilizia dichiarando di aver imboccato la strada delle ristrutturazioni e del riuso degli immobili esistenti. C’è di più: secondo Giuliano Campana – presidente dei costruttori – con l’arrivo del cosiddetto “federalismo fiscale” e l’avvento di nuove imposte locali la situazione del mercato immobiliare potrebbe ulteriormente aggravarsi.

Se questi sono i dati di fatto, resta da capire qual è la strategia futura dei nostri amministratori per trasporti pubblici, viabilità, servizi alla persona e collettività, in un’ottica di “area vasta” – appunto – che preveda relazioni sostenibili con le decine di comuni che ci circondano.

Il confronto pubblico e istituzionale è da troppo tempo bloccato fra i piani alti della Loggia e gli uffici di via Marconi seguendo una sola e preoccupante strategia… quella di un confronto che fa la muffa.

 

Gianluigi Fondra, Mompiano

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1 COMMENT

  1. Sinceramente non credo che Fondra debba per forza occuparsi solo di Mompiano, questo intervento io l’ho trovato interessante…

  2. Caro Lucio, ho come la sensazione di non essermi fatto capire a sufficienza. Mompiano non è un’isola… ma sopratutto è la zona della città dove le abitazioni nuove o da ristrutturare costano ad andar bene un 30 per cento in più. Non solo è uno dei quartieri di ingresso massiccio del traffico da nord. Ma ancora è anche il quartiere dove c’è lo stadio, l’ospedale, l’università statale, il seminario, il provveditorato, l’ex-polveriera e il Parco della colline, 2/3 fermate della metropolitana per citare solo alcune delle "centralità" di carattere urbano ed extraurbano e che riguardano direttamente la nostra Mompiano… Sarebbe ancora più interessante se lei mi indicasse quali sono i "veri" problemi di cui dovrei occuparmi in luogo di quanto ho tentato di argomentare e, mi pare di capire, dei quali mi rimprovera di non occuparmi.

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