Milani contestato a sinistra, arriva anche la solidarietà di Bordonali e Vilardi

    0

     Manlio Milani, presidente dell’Associazione famigliari vittime di piazza Loggia e della Casa della Memoria, ha partecipato sabato sera a un incontro organizzato da Casa Pound sulla strage di piazza Loggia. La sua partecipazione è stata fortemente contestata da alcune persone che hanno organizzato un presidio fuori dal luogo del convegno e che hanno chiesto a gran voce le sue dimissioni.

    Sul tema è intervenuta Simona Bordonali, presidente del Consiglio comunale di Brescia: “Desidero esprimere la mia solidarietà a Manlio Milani, perché trovo ingiustificate le accuse che gli sono state rivolte e credo sia assurda la richiesta di dimissioni che gli è stata inoltrata. Manlio ha fatto una scelta coraggiosa, andando oltre le differenze ideologiche per amore della verità e del dialogo, una caratteristica che solo le persone di alto profilo culturale e morale possiedono. Posso testimoniare personalmente la sua grande disponibilità, in virtù delle collaborazioni che abbiamo intrapreso su iniziative da realizzarsi con la Commissione pari opportunità, di cui ho la delega, e con il Consiglio comunale dei ragazzi. Il presidente Milani porta dentro di sé il dolore causato dai gravi avvenimenti storici che hanno segnato gli anni ‘70 e che ancora oggi rimangono impuniti. Una pagina nera che non deve essere dimenticata e che deve entrare a far parte di una memoria condivisa della nostra società. Mi dispiace che anche i momenti di confronto su temi estremamente delicati come la strage di piazza Loggia debbano diventare argomento di polemica e motivi di strumentalizzazione politica.”

    Solidarietà a Manlio Milani anche dall’assessore comunale con delega alla Casa della Memoria, Paola Vilardi: “Sarebbe meglio non trovarsi nella situazione di dover commentare episodi di questo tipo, perchè si tratta di contestazioni totalmente fuori luogo fatte contro un uomo che si è fatto negli anni portavoce del dolore di tante persone e che contribuisce ogni giorno a tenere viva la memoria di ciò che è accaduto e il desiderio di ottenere giustizia”.

    La newsletter di BsNews prevede l'invio di notizie su Brescia e provincia, sulle attività del sito e sui partner. Manteniamo i tuoi dati privati e li condividiamo solo con terze parti necessarie per l'erogazione dei servizi. Per maggiori informazioni, consulta la nostra Privacy Policy, che trovi in fondo alla home page.

    1 COMMENT

    1. vabbè però adesso non strumentalizziamo milani e questa vicenda (ci manca solo qualche "perla" della beccalossi, come quelle dette dopo l’ultima sentenza…) milani ha tutto il diritto di andare a discutere con chi vuole. io sono d’accordo con lui e secondo me ha fatto bene. però chi non è d’accordo ha tutto il diritto di dirlo (se fatto in modo civile e democratico come ha fatto per esempio marco fenaroli). altrimenti si usano due pesi e due misure…

    2. Ancora non si è letta una cronaca giornalistica in cui si spieghi cosa abbia detto Milani all’incontro e cosa gli sia stato risposto. E’ andato a casapound a cantargliele o a dire quanto sono bravi? Su cosa stiamo discutendo?

    3. Di questa vicenda una cosa certa è che Milani non se la farà mai elettoralmente con gli eredi del fascismo, cosa che invece non hanno mancato di fare le due signore.

    4. @ lettore: hai ragione, sarebbe interessante sapere cosa si sono detti. Milani (prima di andare) ha spiegato che avrebbe raccontato la "sua" verità. "io andrò a dire le cose che penso e che loro direttamente non si sono mai sentiti dire. dobbiamo avere il coraggio di confrontarci anche con chi ha idee che sono fuori dalla storia" aveva detto. Ma io su questo non avevo nessun dubbio. secondo me il tema è altro. Ci si può sedere attorno a un tavolo e confrontare "alla pari" con persone che si definiscono fascisti del terzo millenio? Oppure con chi si vanta di questa etichetta non può esistere nessun dialogo?

    5. @ Mauri: condivido il tuo pensiero. ricorso che sotto elezioni – dicembre 2007 – la lega andò a manifestare al castelli insieme a quelli di forze nuova per il crocefisso nelle aule…

    6. A Roncadelle,a detta del stesso CASAPOUNDITALIA,c’era GABRIELE ADINOLFI una dei personaggi lucidamente più tesi alll’estremismo di destra.
      Caspiterina! Ma i mass media lo sapevano?

      Ecco cosa dice wikipedia sul personaggio,con cui secondo l’esimio Avv.Cinquepalmi,vedi post in ambito parallelo, bisognerebbe confrontarsi:

      Gabriele Adinolfi (Roma, 3 gennaio 1954) è un politico e scrittore italiano, membro fondatore negli anni settanta di Terza Posizione e presente in varie altre associazioni extraparlamentari nate dallo spontaneismo politico di destra radicale.

      Indice [nascondi]
      1 Attività extraparlamentare
      1.1 Procedimenti giudiziari
      1.2 L’attività all’estero
      2 Rientro in Italia
      3 Opere
      4 Note
      5 Bibliografia
      6 Voci correlate
      7 Collegamenti esterni

      [modifica] Attività extraparlamentareIniziò ad interessarsi di politica durante gli anni della contestazione studentesca. Nel 1968 Adinolfi frequentò gli ambienti romani del Movimento Sociale Italiano per un breve periodo, in particolare la sezione “Filippo Anfuso” in via Livorno (piazza Bologna).

      Dal 1970 si spostò nell\’area extraparlamentare di estrema destra.

      Fu prima membro di Fronte Studentesco, poi di Avanguardia Nazionale, di Lotta di Popolo ed infine di Alternativa Studentesca.

      Nel 1976 con Peppe Dimitri e Roberto Fiore, fondò il movimento Lotta Studentesca, presso la Libreria Romana di Walter Spedicato, che assunse dal 1977 il nome più noto di Terza Posizione.

      [modifica] Procedimenti giudiziariIl 28 agosto del 1980 la magistratura emise nei riguardi di Adinolfi, Fiore ed altri ventisei esponenti della destra radicale un mandato di cattura per reati associativi nell\’ambito delle indagini per la Strage di Bologna.

      Gli interrogatori avverranno nelle carceri di Ferrara, Roma, Padova e Parma. Tutti saranno scarcerati nel 1981[1], ma Adinolfi non fu interrogato perché nel frattempo si era reso latitante.

      Il 23 settembre del 1980, con la messa fuorilegge di Terza Posizione, Adinolfi, Dimitri, Fiore ed una quarantina di giovani neofascisti sono oggetto di un nuovo mandato di cattura per reati associativi.

      Condannato per reati associativi ed ideologici sia nell’ambito di Terza Posizione che in quello dei Nuclei Armati Rivoluzionari (NAR), Adinolfi come Roberto Fiore e altri riuscì a fuggire all’estero.

      [modifica] L’attività all’esteroNel 1982 da Parigi, dopo una prima produzione clandestina che precedette il rientro clandestino in Italia nello stesso anno, contribuì alla realizzazione di tre numeri della rivista Terza Posizione ed all\’uscita di Dixie, che si occupa di potere e finanza.

      Sempre nello stesso anno, Adinolfi e Spedicato diedero vita al Centro Studi Orientamenti & Ricerca, nel quale elaborano cinque documenti politici e dieci anni di bollettini a periodicità trimestrale.

      Dopo la morte di Walter Spedicato (9 maggio 1992) e le dinamiche che segnano il de profundis della \"Prima Repubblica\", dal 1995 Orientamenti & Ricerca sospende le pubblicazioni.

      [modifica] Rientro in ItaliaNel marzo 2000 Adinolfi tornò in Italia regolarmente, essendo cadute in prescrizione le pene comminategli anni prima in quanto trascorso un periodo di circa venti anni.

      Inizia subito a scrivere articoli per Rinascita, Contropotere e Giornale d\’Italia. Partecipa all\’Università d\’Estate del 2000, in provincia di Varese, che poi dirigerà fino al 2005.

      Divenne quindi saggista, commentatore, analista, redattore e in qualche caso caporedattore (della rivista Orion e del sito internet Noreporter).

      Rimane attivo in iniziative quali la Guardia d’Onore alla cripta di Benito Mussolini e in battaglie sociali e culturali, quali le occupazioni a scopo abitativo (OSA).

      Dal 2003 Adinolfi partecipa a dibattiti su globalizzazione e geopolitica, possibilità di rinascita europea, imperialismo statunitense, scenari futuri.

      Dal 2004 fonda il Centro Studi Polaris [2] che produce dvd, quaderni su argomenti specifici (geopolitica della droga e del petrolio; immigrazione), corsi quadri, corsi di comunicazione e studi vari.

      Dal 2010 è caporedattore della neonata rivista trimestrale del Centro Studi Polaris stesso.

    7. Picoli fascisti crescono
      (dal loro sito)

      Europa autarchica, riconquista nazionale, stop alle multinazionali e alla società multirazziale, diritto alla casa e all’istruzione, sovranità energetica, il cinema come arma più forte per un uomo sano e colto e per una nazione libera, riscrivere la Costituzione italiana. Sono alcuni dei punti del programma di Casa Pound, quello che il professor Stefano Bartolini nel suo articolo “I “nipoti del Duce” tra eredità, novità, persistenze e sviluppi all’alba del nuovo secolo”, definisce un programma da “fascismo di sinistra”. Secondo Bartolini si tratta di un ritorno alle origini, al fascismo rivoluzionario, un tentativo di rifarsi il trucco: «i neofascisti del XXI secolo riadattano le forme comunicative, cambiano i simboli, s’inventano nuovi nomi, ma restano quello che sono sempre stati. Non abbandonando nemmeno le pratiche più violente».

      E noi dovremmo confrontarci con loro?

      Manlio trova molti difensori a destra;guardacaso! Ma rimane un grand’uomo per tutto quello che ha sopportato in 36 anni dal 74 ad oggi,quando giustizia no ancora si intravvede.

    8. In vari commenti sull’incontro che, a titolo personale, Milani ha avuto a Casa Pound ho registrato alcune valutazioni polemiche che non condivido. Tra queste la richiesta di dimissioni. Storia, biografia ed impegno per la verità del 28 maggio di Milani rappresentano per la coscienza democratica di Brescia infinitamente più dell’opportunità o meno d’un incontro. Quindi massimo rispetto per Manlio, per il ruolo straordinario che svolge e per le intenzioni che ha manifestato, quand’anche si ritenga – come io stesso ritengo – la sua una scelta inopportuna. E non sufficientemente convincenti le motivazioni che lo hanno indotto a partecipare, non tanto sul piano delle sue intenzioni, quanto con riferimento all’impostazione politica ed all’effettiva attività di Casa Pound .
      brg

    Lascia una risposta (la prima volta la redazione deve accettarla)

    Per favore lascia il tuo commento
    Per favore inserisci qui il tuo nome