ABeM risponde a muso duro a Tosi: “L’accordo è quello concordato in sede tecnica. Senza variazioni. Altrimenti salta tutto”

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Torna a salire la tensione tra Brescia e Verona per l’aeroporto di Montichiari. Il tira e molla che da due mesi sta proseguendo per la firma dell’intesa ha spazientito ABeM, la società bresciana nata nel 2007 proprio per contendere alla Catullo la gestione dello scalo di Montichiari, che oggi ha diramanto una nota per dire che l’accordo è quello “discusso e concordato in sede tecnica”, senza variazioni. Dopo mesi di trattative, incontri e tavoli tecnici il fronte veronese pare infatti voler rimettere in discussione alcuni punti su cui era già stata trovata la quadra. Come anticipato da bsnews.it proprio uno dei “falchi” scaligeri, il sindaco di Verona Flavio Tosi, nelle ultime ore ha preso l’iniziativa di convocare i politici delle due sponde del Garda per ridiscutere alcune questioni (leggi qui). Un’iniziativa che non è piaciuta ad ABeM e che ha provocato la dura reazione del suo presidente Giuliano Campana. 

ECCO IL TESTO DELLA NOTA

Ormai da parecchi mesi il “Sistema Brescia” ha dimostrato disponibilità ed attenzione alla soluzione del problema dell’aeroporto di Montichiari, impegnando uomini e tempo nel dialogo e nel confronto con la parte veronese per raggiungere un buon accordo per la gestione dello scalo, dichiarandosi pronto a investire somme pari al 25% del capitale sociale. Un’infrastruttura le cui attività e prospettive di sviluppo, come tutti ben sanno, da ben tredici anni sono ferme o comunque precarie. Lo stesso ministro dei Trasporti Altero Matteoli aveva dichiarato che non avrebbe rilasciato la concessione alla “Valerio Catullo”, se prima non fosse stato raggiunto un accordo tra l’azionista veronese ed il “Sistema Brescia”.

ABEM nella sua intera e compatta compagine societaria (ed in particolare i due soci di riferimento, Associazione Industriale Bresciana e Camera di Commercio di Brescia) ha dimostrato nei fatti – rinunciando temporaneamente alla prosecuzione del confronto in sede giudiziaria – di essere disponibile a sedersi al tavolo attorno al quale si sarebbe dovuto raggiungere un accordo che risultasse equo e nell’esclusivo interesse dell’economia e del territorio bresciani, e quindi dell’efficienza dell’impianto.

Dopo mesi di incontri tecnici era stata raggiunta un’intesa che il sistema Brescia era pronto a sottoscrivere, accordo disatteso con pretesti infondati da alcuni componenti del sistema Verona e che hanno portato a quel nulla di fatto cui si è giunti nella riunione in Broletto dello scorso primo febbraio.

Ancora una volta il “Sistema Brescia” si è dichiarato paziente, nella speranza che, dopo il fallimento dell’incontro di febbraio, si potesse arrivare – entro e non oltre marzo – alla firma. Con nostro sconcerto leggiamo sui quotidiani di oggi (sì, lo leggiamo dai giornali non essendo stati minimamente informati) che il sindaco di Verona Flavio Tosi sta ora rimettendo tutto in discussione, avocando a sé la titolarità a convocare (!) i parlamentari veronesi e bresciani per lunedì quattro aprile.

Bene: il sindaco di Verona faccia pure. Per quanto ci riguarda riaffermiamo la nostra volontà di sottoscrivere l’accordo nella versione discussa e concordata in sede tecnica, ovvero quella che prevede la maggioranza qualificata del 76% per l’assunzione delle decisioni strategiche.

Se detto accordo non dovesse venire sottoscritto, qualcuno se ne dovrà assumere la responsabilità politica, economica e sociale, e non sarà certo il “Sistema Brescia”.  

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1 COMMENT

  1. Ma siamo sicuri che i veronesi lo vogliono questo accordo? Sono almeno sei mesi che si fanno tavoli tecnici, tavoli politici e bla bla bla. Poi arriva il momento di firmare e i veronesi si accorgono che qualcosa non va. Ogni volta una piccola cosa, "manca poco", "dettagli"…fatto sta che questi non firmano mai!!! E intanto si mettono d’accordo con Milano (Sea, cioè Linate e Malpensa). Così scavalcano Brescia che, in tutta questa faccenda, è destinata a fare da spettatrice-cenerentola. Una conferma? E’ di due giorni fa che i voli cargo della Jade sono andati via da Brescia. Dove sono finiti??? A Milano!!!! MA COME???? MA NON ERA PROPRIO IL CARGO LA VOCAZIONE DI MONTICHIARI!!!!???? secondo il piano industriale messo in piedi proprio da Verona??? Io ci vedo dietro una bella e grossa fregatura….Bene ha fatto Campana ad alzare la voce ma gli consiglierei di essere molto prudente. Forse si è abbassata la guardia un po’ troppo presto

  2. Campana è stato elogiato come l’uomo del dialogo, la "colomba" che ha permesso a Brescia di ri-sedersi attorno a un tavolo con Verona. Ho la massima stima per la persona ma come dice stefano non vorrei che si fosse fidato troppo dei veronesi. Questi sono pronti a fregarci un’altra volta! Forse è il caso di rispolverare la linea Tamburini!

  3. si ma il problema vero è un altro. Campana dice che il sistema Brecsia è compatto. ma allora lunedì cosa faranno i parlamentari bresciani e veronesi (di destra e sinistra), Paroli e Molgora compresi???? Perché fino ad ora non hanno detto nulla????

  4. L’aeroporto di Montichiari è sempre stato chiuso, è sempre stato un malato terminale tenuto in vita artificialmente. Lasciamolo morire in pace.

  5. Era meglio proseguire nella battaglia legale, a costo di perderla. Anzi io avrei fatto ricorso a Bruxelles come avevano annunciato. Qualunque accordo si firmerà finiremo scgiacciati da Verona e Milano!

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