A maggio 29 Comuni chiamati alle urne. La sfida più importante è quella di Ospitaletto

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Sono 29 i Comuni bresciani che il 15 e 16 maggio andranno a votare per eleggere sindaco e consiglio comunale Si tratta di: Anfo, Artogne, Azzano Mella, Bagnolo Mella, Barghe, Bienno, Bovegno, Capriano del Colle, Castel Mella, Collebeato, Collio, Corte Franca, Esine, Flero, Incudine, Isorella, Losine, Moniga del Garda, Nave, Ono San Pietro, Ospitaletto, Ossimo, Pian Camuno, Piancogno, Polpenazze del Garda, Poncarale, Pontoglio, Soiano del Lago, Torbole Casaglia.

Nessuno dei Comuni interessati supera i 15mila abitanti (da censimento 2001), dunque non si ricorrerà al ballottaggio. Ma tra i paesi chiamati alle urne ce ne sono anche di significativi. In particolare sotto la lente c’è Ospitaletto (13.816 abitanti), oggi guidato dall’assessore provinciale Giorgio Prandelli (Lega). Importanti saranno anche i risultati di Bagnolo (12.950), Nave (11.086) e Castel Mella (10.709), dove peraltro la maggioranza di centrodestra non dovrebbe avere problemi a riconquistare il municipio.

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1 COMMENT

  1. Dopo un mese esatto ci sarà un referendum che si sarebbe potuto accorpare alle amministrative, ma che il Governo si è guardato bene dal doverlo fare, obbligando le casse dello stato a versare oltre 300 milioni di euro. Il motivo: terrorizzati dalla società civile che non si candida, ma vuole conquistarsi il diritto a decidere sulla proprietà dell’acqua come bene comune, oltre che pensare a come meglio preservare la propria esistenza minacciata dal nucleare.

  2. Ricordo che le ultime consultazioni referendarie NON hanno raggiunto il quorum richiesto,quindi,a mio avviso,bisognerebbe non abusare di questo istituto (eh,sì quanti soldi pubblici spesi!!!!!).
    Trovo altresì sia giusto NON accorpare elezioni amministative e referendum,perchè se le questioni poste dai promotori referendari sono così importanti e gli stessi credono di rappresentare il volere degli italiani non avranno difficoltà araggiungere l’obiettivo.

  3. Il problema sollevato è la spesa che questo Governo costringe il paese a sostenere in due date diverse, quando il buonsenso avrebbe dovuto suggerire di uniformarle in un’unica data, ma forse l’obiettivo è proprio quello suggerito dall’anonimo: tutti al mare. Ma questo stile nell’affossare l’istituto del referendum e colpire l’indipendenza popolare,ricorda tantissimo il peggio della prima Repubblica che, proprio perchè lontana dalla società civile,è crollata così malamente. Che non avvenga la stessa cosa oggi, in barba a tutti coloro che vorrebbero farci credere che questo modello sociale è paradossalmente perfetto? Il 12 e 13 giugno pioverà a dirotto per il bene comune.

  4. Gentile Mauri,beato Lei che sa qual’e’ il Bene Comune.
    Ho timore di chi pensa di avere in tasca la Verità. Al contrario,io sono sempre piena di dubbi , però di una cosa sono certa : se qualcosa Ti interessa veramente non c’e’ sole , pioggia o mare che tenga.Ribadisco che,visto l’esito degli ultimi referendum, sarebbe il caso di rivedere i meccanismi di questo istituto NON certo di abolirlo. Poichè uno degli obiettivi (se non il principale) del referendum è quello di raggiungere il quorum, accorpandolo con le consultazioni ammininistative , Lei capisce che verrebbe snaturata l’essenza dell’istituto stesso

  5. L’acqua, ad esempio è un bene primario, quindi si presuppone che sia un bene comune, il diritto alla salute lo è altrettanto. Quindi, se non vogliamo ripetere gli errori del passato recentissimo non puntiamo sul pericolosissimo nucleare, bensì sulle fonti rinnovabili, aria e sole… e se non lo fa il paese del sole, lasciando il primato della ricerca scientifica e tecnologica alla Germania, chi lo deve fare? Ma lei si immagina una centrale nucleare costruita come hanno costruito la casa dello studente (altro bene comune)dell’Acquila? E non basta andare poi tanto lontano, pensi alle esondazioni che hanno colpito da poco il nordissimo Veneto.

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