Negli ultimi tre anni i ricavi delle imprese bresciane sono calati del 30 per cento

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Debiti
Soldi, foto generica da Pixabay

Che effetti ha avuto la crisi sui bilanci di 80 gruppi industriali bresciani? La risposta arriva da un’indagine del Centro studi di Associazione Industriale Bresciana, presentata oggi, che ha messo a confronto i risultati economici e patrimoniali dal 2007 al 2009 di quelle che sono stati etichettate come le “multinazionali tascabili” . Ottanta gruppi con al loro interno 619 imprese nelle quali lavorano 40mila addetti con un fatturato complessivo di oltre otto billion di euro. Uno dei dati emergenti dalla ricerca, curata da Fabio Gradaschi e Davide Fedreghini, è l’andamento del fatturato: i ricavi nel triennio hanno subito una flessione del 29%, pur essendo lievemente aumentati nel 2008, mentre il 2009 è stato l’anno in cui la crisi internazionale ha pienamente manifestato i suoi effetti negativi sui conti delle aziende.

 

L’analisi del conto economico dei gruppi presi in esame evidenzia come al calo del fatturato abbia corrisposto una contrazione dei costi operativi esterni, in particolare quelli per materie prime e materiali di consumo sono diminuiti del 42%, mentre quelli per i servizi del 18%.

 

L’andamento altamente correlato fra ricavi e costi esterni ha fatto sì che il valore aggiunto diminuisse del 27%, con una quota sulle vendite equivalente al 26%. Per quanto riguarda i costi operativi quelli per il personale sono scesi del 2%.

 

L’ebitda (indicatore che evidenzia il risultato operativo di un’azienda) è sceso del 52%, percentuale superiore a quella fatta registrare dal calo dei ricavi. Due dati, in particolare, testimoniano le difficoltà delle imprese in questo triennio: il margine operativo netto, diminuito dell’83% (dato che nel rapporto con il fatturato è sceso dal 9,2% del 2007 all’1,9% del 2009), ed il risultato prima delle imposte, calato del 93% portando di fatto a zero la quota sui ricavi. L’analisi per settore evidenzia un calo del fatturato dei metalli ferrosi del 46%, di quelli non ferrosi del 38%, mentre le vendite sono cresciute per l’industria alimentare (9%) e invariate per carta e stampa e per la chimica.

 

Tra i risultati più significativi dell’indagine del centro studi di AIB, indagine che avrà ora una cadenza annuale, si evidenzia in particolare quello degli effetti della leva finanziaria, ovvero di quale è stato il rendimento degli investimenti effettuati dalle imprese in rapporto al loro costo, rendimento divenuto negativo a fine 2009 con una diminuzione di dieci punti (se nel 2007 era dell’8,1%, l’anno successivo è sceso al 2,5% passando a un segno negativo dell’1,9% nel 2009 e questo significa che le aziende hanno in quest’ultimo esercizio consumato ricchezza). La durata del ciclo commerciale è invece aumentata di 71 giorni, evidenziando una crescita del tempo in cui mediamente i gruppi sono stati costretti a ricorrere al credito bancario per la gestione della loro attività. I dati del 2010 diranno se questo andamento è proseguito, oppure se la crisi sarà stata faticosamente superata.

 

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