La ripresa prosegue a piccoli passi. Soffrono commercio e artigianato. Male l’occupazione

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    La ripresa dell’economia bresciana continua a piccoli passi. Secondo i dati elaborati dall’ufficio studi della Camera di Commercio di via Einaudi, nel primo trimestre dell’anno la produzione industriale bresciana è infatti aumentata del 2,2% rispetto agli ultimi mesi del 2010 e del 9,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, dato quest’ultimo superiore a quello regionale (8,2%).

    I risultati migliori si registrano per le grandi e medie imprese che hanno incrementato la produzione in confronto al primo trimestre dell’anno scorso rispettivamente del 14,2% e del 11,5%, mentre le piccole riportano un +5,8%. Relativamente alle attività economiche sono i mezzi di trasporto (+25,9%), la chimica (12,9%), la meccanica (+11,4%) e la siderurgia a presentare i maggiori aumenti tendenziali grezzi. Positivi, anche se in misura più contenuta, i risultati della gomma plastica (+4,3%),dell’alimentare (+3,4%) e dei minerali non metalliferi (+3,4%); negativo l’abbigliamento (-5,9%). In miglioramento rispetto al trimestre precedente il tasso di utilizzo degli impianti che passa dal 66,3% al 71,0% attuale.

    In controtendenza l’andamento dell’attività produttiva dell’artigianato manifatturiero bresciano che registra una contrazione dell’1% nel trimestre, mentre su base annua presenta un leggero aumento pari all’1,8%, inferiore tuttavia al dato regionale (+2,8%). I settori artigiani che hanno registrato risultati negativi su base annua sono: le pelli e calzature (-8,8%), il legno mobilio (-6,8%), l’alimentare (-4,9%) e la carta editoria (-4,3%). In crescita la siderurgia (+11,7%), la meccanica (+5,1%) e il tessile (+4,8%).

     

    FATTURATO

    Il fatturato ricalca lo stesso andamento della produzione, registrando un incremento del 2,6% rispetto al trimestre precedente per effetto della crescita di ambedue le componenti: +2,7% il fatturato interno, +2,5% il fatturato estero. Il confronto con lo stesso trimestre dell’anno precedente mostra risultati più positivi, il fatturato totale aumenta, infatti del 12,1%, il fatturato interno del 12,3% e il fatturato estero dell’11,8%. Diminuisce la quota del fatturato estero sul totale che si attesta al 32,9% contro il 34,9% del trimestre precedente.

    Anche per il fatturato, l’artigianato manifatturiero registra risultati negativi: diminuiscono, nel trimestre, le vendite complessivamente dell’1,4%: quelle interne -0,2%, quelle estere -1,5%. Rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno il fatturato totale aumenta dell’1,7%, trainato dall’aumento del fatturato interno (+2,6%) e, contestualmente, frenato dalla riduzione dell’1,9% delle vendite estere.

     

    ORDINATIVI

    Leggermente positivo l’andamento degli ordinativi che registrano un incremento dello 0,7% rispetto ai tre mesi precedenti, per effetto del lieve aumento degli ordini esteri (+1,1%). Stabile l’andamento degli ordinativi interni (+0,4%). Su base annua gli ordinativi totali crescono del 2,8%, a causa principalmente dell’incremento del 4,7% degli ordini esteri e secondariamente dell’aumento dell’1,8% degli ordini interni. Sono le grandi imprese a registrare una crescita annua degli ordinativi totali più consistente (+21,2%), seguite dalle medie (+13,0%): si collocano in coda le piccole imprese (+5,0%). I settori che hanno conseguito i risultati tendenziali migliori sono i mezzi di trasporto (+18,2%), la meccanica (+14,9%) e la siderurgia (+13,6%).

    Nelle imprese dell’artigianato manifatturiero l’andamento congiunturale degli ordinativi totali è positivo e pari a +2,9%, dovuto alla contrapposta dinamica delle sue componenti: da un lato l’aumento del 3,3% degli ordinativi interni e dall’altro la sensibile riduzione degli ordinativi esteri pari a -9,8%. Il confronto su base annua mostra una stagnazione degli ordinativi totali (+0,6%) per effetto della contrazione di quelli esteri (-1,9%) e delle leggera crescita degli ordini interni (+1,0%).

     

    OCCUPAZIONE

    Restano negative le dinamiche dell’occupazione che registrano una contrazione tendenziale del 2,2%. Si assesta a 23,8% la quota di imprese che ha fatto ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni  per il 7,3% del monte ore trimestrale. Complessivamente il numero di ore lavorate nel trimestre è pari a 7.016.2092: 375 per addetto. Il comparto dell’artigianato manifatturiero registra una stabilizzazione dei livelli di occupazione: la variazione destagionalizzata degli addetti nel trimestre è stata infatti nulla.

     

    PROSPETTIVE

    Le prospettive degli imprenditori per il secondo trimestre dell’anno in corso sono ottimistiche. Sul fronte della produzione, sebbene prevalgano le aspettative ottimistiche (il saldo punti tra ottimisti e pessimisti è pari a 27%), il 54,1% delle imprese intervistate propende per la stazionarietà. Le previsioni più positive rispetto alla produzione provengono dagli imprenditori dei mezzi di trasporto (saldo pari a +62,5%), del tessile (+50%) e della siderurgia (+43,5%). Pessimiste le aspettative del comparto abbigliamento (-66,7%).

    Per gli imprenditori artigiani prevale un atteggiamento orientato alla stazionarietà sia per la produzione sia per la domanda interna ed estera, mentre per l’occupazione le aspettative restano negative.

     

    COMMERCIO E SERVIZI

    Il commercio registra una contrazione del volume d’affari tendenziale pari a 3,14%. Il calo delle vendite è legato alla riduzione delle vendite delle piccole imprese (-5,6%) e delle grandi (-2,5%); restano pressoché stabili nelle medie imprese (+0,4%). I settori merceologici che nei primi mesi dell’anno hanno mostrato maggiori difficoltà rispetto ai corrispondenti mesi dell’anno scorso, sono in primo luogo l’alimentare che ha registrato una riduzione del volume d’affari pari 6,3%, segue il comparto del non alimentare (-3,6%) ed infine il non specializzato (-1,8%).

    Dal lato degli ordini ai fornitori il 52,0% delle imprese intervistate dichiara un calo su base annua: il saldo percentuale tra aumento e diminuzione resta negativo e pari a -38,6%. La consistenza delle scorte risulta essere adeguata per il 71,7% delle imprese. In leggera diminuzione, rispetto al trimestre precedente, il livello dei prezzi dei prodotti venduti (-0,43%).

    Sul fronte dell’occupazione il comparto del commercio ha registrato una diminuzione del 2,3% degli addetti nel trimestre, dovuto all’elevato tasso di uscita (5,07%) rispetto al tasso di ingresso (2,72%). Gli operatori del commercio al dettaglio ripongono attese pessimistiche nelle vendite e nel volume d’affari. Positive, invece, le attese degli ordini ai fornitori e dell’occupazione.

     

    Sulla stessa scia del commercio anche i servizi presentano una diminuzione, seppure più contenuta, del volume d’affari su base annua pari allo 0,5%, dovuta esclusivamente alla riduzione delle vendite delle imprese di piccole dimensioni (-4,12%). Mentre le grandi imprese registrano un incremento del volume d’affari pari a +4,3%. Dal lato dei settori sono le imprese degli alberghi e ristoranti (-6,14%), delle costruzioni (-1,9%) e dei servizi alle persone (-1,1%) ad avere determinato il risultato del trimestre in corso, in contrapposizione alla crescita registrata dagli operatori degli altri servizi (+3,3%), dell’informatica (+2,4%) e del commercio all’ingrosso (+1,6%). Cresce dello 0,8% rispetto allo scorso trimestre il livello dei prezzi. 

    Positiva la variazione degli addetti nel trimestre pari a 0,4%. Per il prossimo trimestre le ipotesi formulate dalle imprese dei servizi vedono prevalere i pessimisti. Il saldo tra attese di aumento e diminuzione del volume d’affari è pari a -6,1%. Anche dal lato dell’occupazione prevalgono i pessimisti (saldo -3,7%), tuttavia la quota di operatori che sono orientati per la stazionarietà è pari a 85,4%. 

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