Tumori dei bambini, l’allarme dei medici: “A rischio la ricerca indipendente”

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    La ricerca clinica indipendente nel settore dell’oncologia pediatrica in Italia è bloccata da due anni. Dei cinque studi sperimentali non profit proposti, solo uno, relativo alla leucemia linfoblastica acuta, è riuscito a partire. Si tratta di una situazione allarmante che rischia di mettere a rischio la qualità delle cure dei bambini colpiti da tumore, costretti a migrare nei centri in grado di sostenere le spese necessarie. “Il Decreto Ministeriale del 14 luglio 2009 ha aumentato i costi delle coperture assicurative a tutela dei partecipanti agli studi clinici interventistici – sottolinea il prof. Fulvio Porta, Direttore del dipartimento di Oncoematologia Pediatrica degli Spedali Civili di Brescia e presidente dell’Associazione Italiana di Ematologia ed Oncologia Pediatrica (AIEOP) -. Le conseguenze sono state irrilevanti per le ricerche sponsorizzate, ma quelle indipendenti, in particolare nel settore dell’oncologia pediatrica, hanno subito una preoccupante battuta d’arresto. Chiediamo che questa norma venga riscritta, perché i costi delle polizze assicurative delle sperimentazioni non profit siano compresi nell’attività clinica generale di ogni struttura e non richiedano esborsi ad hoc. È urgente un incontro al livello più alto, con il Ministro della Salute, per modificare un provvedimento che sembra rispondere agli interessi di parte delle imprese assicuratrici”.

    Ogni anno in Italia circa 1500 bambini si ammalano di tumore. È la leucemia la forma di cancro più frequente, ma i piccoli possono essere colpiti anche da neoplasie del sistema nervoso centrale, dai linfomi, dal neuroblastoma e altre forme più rare. I protocolli sperimentali sono stati uno strumento essenziale per individuare trattamenti che hanno permesso all’oncologia pediatrica di raggiungere risultati eccezionali, capovolgendo di fatto la prognosi per i piccoli malati. Trent’anni fa 8 su 10 morivano dopo pochi mesi dalla diagnosi, oggi l’80% guarisce con una buona qualità di vita. “Gli studi clinici nell’adulto sono sponsorizzati prevalentemente dalle case farmaceutiche – spiega il prof. Andrea Pession della Clinica Pediatrica di Bologna e responsabile del centro operativo dell’AIEOP -. Le neoplasie pediatriche invece sono considerate malattie rare e possono essere studiate e curate proprio grazie alla ricerca indipendente, priva di ricadute commerciali. L’oncologia pediatrica è sempre stata il prototipo della buona medicina perché attorno al bambino si aggregano le forze migliori. La nostra Associazione si è mossa negli ultimi due anni per consentire che almeno un protocollo sperimentale partisse. Ma va rivista la ratio della norma, perché un’associazione no profit e un’azienda farmaceutica non possono essere poste sullo stesso piano. Uno studio della durata di 5 anni può costare fino a un milione di euro, il 15% è rappresentato dalle coperture assicurative. Per un’azienda farmaceutica, l’incremento dei costi previsto dal provvedimento è di scarso rilievo rispetto all’insieme delle risorse richieste per condurre una sperimentazione, per la ricerca indipendente, invece, diventa un onere insostenibile. Uno degli obiettivi dell’AIEOP è di garantire le cure migliori in ciascun centro vicino al domicilio del paziente. Ma oggi solo alcune strutture dispongono dei fondi per condurre le ricerche e i malati sono costretti a migrare”.  

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    1 COMMENT

    1. Suggerisco che potrebbero essere tassate, per sovvenzionare la ricerca, tutte le realtà riconducibili alle fonti d’inquinamento ambientale. Una recente ricerca fatta in città dice, appunto, che nella zona di San Polo è cresciuta, in modo preoccupante di un ben 8%, la percentuale di bambini che si ammalano per questo tipo di malattie.

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