Un’economia che vivacchia, cresce ma a piccoli passi e non sembra – almeno a breve – poter cambiare marcia. E’ una fotografia in chiaroscuro quella che la Camera di Commercio di Brescia ha scattato oggi nel corso della Nona Giornata dell’economia. Se è vero che la Leonessa è la seconda provincia in Lombardia per valore aggiunto e la sesta in Italia per numero di imprese (121.465) è anche vero che i livelli di qualità professionale e capacità d’innovazione sono ancora bassi. “La nostra ripresa è ancora fragile” spiega il numero uno di via Einaudi Franco Bettoni. “I dati del primo trimestre 2011” aggiunge “dicono di una produzione in crescita (+2,2% rispetto all’ultimo trimestre 2010 e +9,7% rispetto ai primi tre mesi dello scorso anno), ma le aspettative delle imprese restano molto prudenti tanto che il 54% parla di stazionarietà”. Tre in particolare le difficoltà che la nostra economia è costretta a scontare: il costo delle materie prime (dal petrolio all’energia passando per acciaio e rame), il rapporto euro-dollaro, oggi troppo sfavorevole, e la tassazione. Su alcuni nodi possiamo solo aspettare di vedere quel che accade a livello globale spiega Bettoni, su altri – tipo le tasse – sappiamo che in questo momento non si può intervenire. La cosa che si potrebbe subito fare è di togliere i costi della burocrazia. E’ un peso che sta inguaiando molte aziende. Ma per poterlo togliere serve una mentalità moderna…”
Alcuni dati (qui il rapporto completo in pdf)
Brescia è la terza provincia in Lombardia per variazione percentuale del Pil pro capite nell’ultimo anno: +3,6% (Fonte: Istituto Tagliacarne, Roma); è invece seconda per valore aggiunto totale: 33.211 milioni di euro (Fonte: Istituto Tagliacarne, Roma). Infine è la sesta provincia italiana per numero di imprese registrate al registro Imprese della Camera di Commercio: 121.465 (Fonte: Infocamere)
La dinamica delle imprese bresciane, nonostante la crisi economica internazionale, negli ultimi anni è stata positiva. Due le tendenze di fondo che hanno determinato la crescita: il calo contenuto della natalità nel periodo 2007/2010 e la riduzione della mortalità che nel 2010 si attesta al 6,2%, che risulta il valore più basso degli ultimi quattro anni. In aumento il tasso di sviluppo (+0,8%), grazie soprattutto al contributo delle società di capitale.
Nonostante la difficile congiuntura economica, che nel triennio ha determinato un vistoso calo delle esportazioni e delle importazioni, il saldo della bilancia commerciale rimane in attivo (+4,2 miliardi), contrariamente ai valori nazionali (-27 miliardi) e regionali (-22 miliardi).
Nel 2010 le esportazioni bresciane riprendono vitalità. Esse sono aumentate significativamente (+19,0%), mettendo a segno il miglior risultato a livello regionale dopo Cremona (+22,9%) e Mantova (+21,5%).
Brescia occupa la quinta posizione a livello lombardo per Pil pro capite (30.308€) dietro a Milano (36.362 €), a Bergamo (31.979 €), a Mantova (31.521€) e a Sondrio (31.349 €). Tra il 2009-2010 il Pil pro capite è aumentato del 3,6%. Il Pil di Brescia supera quello medio italiano (25.615 €) ed è di poco inferiore a quello lombardo (32.314 €). Rispetto al 2009 Brescia ha guadagnato una posizione a livello italiano ed ora si colloca al 18° posto su scala nazionale.