Nitrati, accordo Stato-Regioni per salvare le stalle. Il plauso di Coldiretti

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    La Conferenza Stato-Regioni ha approvato ieri uno schema di accordo per la revisione delle zone vulnerabili e dei programmi di azione previsti dalla direttiva nitrati, «un passo determinante per salvare la zootecnia italiana dall’effetto nefasto dell’applicazione di una norma ingiusta che avrebbe scaricato interamente sugli allevatori un problema ambientale che ha ben altre responsabilità».

    È quanto afferma il presidente di Coldiretti Brescia Ettore Prandini nell’esprimere apprezzamento per il lavoro del presidente Formigoni e dell’assessore De Capitani che – sposando la proposta di Coldiretti – insieme alle cinque regioni del Nord maggiormente interessate (Lombardia, Veneto, Piemonte, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna) hanno elaborato uno schema di accordo poi approvato dalla Conferenza Stato-Regioni. Da parte del Governo un ruolo decisivo è stato ricoperto dal Ministro delle Politiche Agricole Saverio Romano e dal Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo che si sono dimostrati sensibili verso un problema potenzialmente distruttivo, in particolare per la zootecnia lombarda e bresciana.

    Stato e Regioni hanno assunto una posizione chiara e comune che subordina l’applicazione della direttiva alla realizzazione di un’indagine che consenta di aggiornare la delimitazione delle zone vulnerabili tenendo conto dei dati sulle reali fonti di inquinamento. L’accordo prevede anche la revisione più complessiva degli adempimenti posti a carico delle imprese agricole. La partita si sposta ora a Bruxelles dove lo Stato italiano dovrà difendere l’accordo raggiunto per evitare la chiusura delle stalle italiane sulle quali ingiustamente pesano responsabilità in buona parte imputabili ad altri settori. Occorre dunque distribuire il peso dei vincoli in misura proporzionale tra le diverse fonti di inquinamento compresa la depurazione civile.

    «Abbiamo sempre respinto le promesse di deroghe o di proroghe che avrebbero avuto il solo effetto di rinviare il problema – conclude Prandini -. Abbiamo anche contestato tutti coloro che sostenevano che la soluzione al problema fosse quella di realizzare centinaia di impianti a biogas. La posizione di Coldiretti è stata dall’inizio chiara, e il problema è diventato (giustamente) di risonanza nazionale anche grazie al lavoro svolto in commissione agricoltura dall’on. Viviana Beccalossi. Ora che anche la Regione Lombardia si è schierata a difesa dei propri allevamenti siamo decisamente più fiduciosi».

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