A Gardone Riviera i banchetti sull’acqua infiammano la polemica

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    L’Udi Cerchio del Lago e il Comitato Aqua Alma di Prevalle – con una nota – “denunciano” alla stampa e all’opinione pubblica l’operato “improprio e illegittimo” della Giunta e dei funzionari responsabili del Comune di Gardone Riviera (Bs), che ha preso le mosse da una deliberazione “neppure materialmente esistente, non notificata formalmente o resa pubblica, con il risultato di boicottare una legittima e regolarmente autorizzata iniziativa di propaganda referendaria”. Oggetto del contendere l’improvviso spostamento di un banchetto informativo dei comitati.

     

    ECCO I FATTI SECONDO I DUE COMITATI

     

    Sabato 21 maggio, in concomitanza della seconda edizione della manifestazione turistica “Vintage Market”, un gruppo di volontari – con regolare autorizzazione per l’occupazione del suolo pubblico rilasciata dal Comune di Gardone Riviera in data 19 maggio – aveva organizzato un banchetto per distribuire materiale informativo per la campagna referendaria “2 sì per l’acqua bene comune” e per impedire la costruzione di nuove centrali nucleari in Italia. La mattina dello stesso giorno, poco prima dell’allestimento del banchetto, il comandante della Polizia Locale informava telefonicamente una delle responsabili dello spostamento del banchetto in altro luogo motivando tale provvedimento sulla base di una delibera di Giunta approvata solo la sera precedente (venerdì 20 maggio).

    A precise e dirette richieste dei responsabili dell’iniziativa, nel comando della Polizia Locale, insospettiti dalla dalla tempestività della delibera in concomitanza con la richiesta – si ottenevano risposte informali e generiche: “il provvedimento non è destinato ad una particolare ‘colorazione’ dell’iniziativa, ma solo motivi di opportunità per il carattere mondano del mercatini in questione” – Comandante della Polizia Locale, ovvero la conferma di una procedura quantomeno anomala, come confermato dalle dichiarazioni del Segretario Comunale il lunedì mattina (23 maggio), il quale – ripetendo le rassicurazioni di ‘neutralità’ rispetto alla colorazione politica della manifestazione – giustificava la decisione assunta dalla Giunta sulla incompatibilità della propaganda elettorale/politica con manifestazioni di carattere ludico/turistico ma, alla richiesta di prendere visione della delibera, lo stesso Segretario Comunale dichiarava che non era ancora disponibile al pubblico perché ancora non trascritta e, pertanto, non ancora pubblicata all’Albo Pretorio Comunale.

    Quanto avvenuto non è grave solo per il singolo fatto o iniziativa, ma perché questo tipo di azioni da parte anche di mezzi di comunicazione pubblici e privati ed ora anche di pubbliche amministrazioni si sommano e finiscono per costituire una grave e oggettiva compressione delle libertà di espressione sancite in primo luogo dalla Carta Costituzionale e non fanno rispettare gli obblighi di informazione obbiettiva, imparziale ed equilibrata in materia referendaria. E questo, se vale oggi per una campagna referendaria… Ci chiediamo se i poteri delle Giunte Comunali siano tali da poter boicottare la pubblica diffusione di informazione e conoscenza utilizzando anche il “carattere di urgenza” delle delibere per renderle immediatamente esecutive. Ci chiediamo come mai tali fatti possano avvenire in una Repubblica Democratica.

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