Paroli all’attacco: violati tutti gli accordi, ora rispettino almeno quello sui tempi

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    "Qualcuno dovrebbe chiedere scusa per quanto avvenuto al presidio, ma so che non avverrà. E questo aggrava la situazione". Ha usato toni molto duri – come raramente in passato – il sindaco Adriano Paroli per commentare la protesta di immigrati e Diritti per tutti in piazza Rovetta. "Abbiamo dato il nostro benestare al presidio", ha spiegato, "a patto che fosse rispettoso della città, limitato nello spazio e avesse un termine di scadenza ben definito. Abbiamo teso una mano agli stranieri. Ma nessuna delle condizioni concordate è stata rispettata. Hanno occupato uno spazio maggiore del consentito, sono stati affissi manifesti senza autorizzazione e, soprattutto, non si è tenuto un atteggiamento civile nei confronti della città – con insulti al sindaco, alla Lega, al prefetto e al minitro Maroni – dimostrando un evidente disprezzo per le istituzioni. Una situazione di fronte a cui noi abbiamo mantenuto un atteggiamento paziente e responsabile. Ora", ha aggiunto Paroli, "spero che lloro mantengano almeno i patti sulla durata del presidio, concesso fino al 25".

    Quindi il sindaco è intervenuto sulla questione dei permessi di soggiorno. "Ho parlato con Maroni", ha spiegato, "e mi ha confermato che il ministero sta lavorando a una circolare per risolvere il problema di quei casi in cui la clandestinità è l’unico elemento ostativo al rilascio del permesso. La protesta degli immigrati non incide minimamente sul risultato e sui tempi. Se vogliono diventare italiani, gli immigrati devono avere la pazienza di aspettare che si concluda l’iter dovuto. Se invece non ritengono l’Italia un Paese civile se ne possono pure tornare da dove sono venuti".

    Altrettanto duro il vicesindaco Fabio Rolfi che ha sottolineato come "quando si enfatizzano le questioni in questo modo non ci si può chiamare fuori del tutto dalla responsabilità di quanto accade" e comunque "gli immigrati che vogliono vivere a Brescia devono rispettare le leggi e i tempi dello Stato, come fanno gli italiani".

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    1 COMMENT

    1. la state tirando in lunga per speculare sulla tensione. vi si ritorcerà contro. rispettate le leggi !!!! benissa è sceso dalla loggia, adesso maroni scendi tu dal fico.

    2. "Se invece non ritengono l’Italia un Paese civile se ne possono pure tornare da dove sono venuti". Davvero un "signore", non c’è che dire…

    3. Mi sembra il minimo…..vieni in un Paese che Ti ospita e..ti lamenti che non è un Paese Civile,…ma torna da dove sei venuto…

    4. Ma, se andassi a lavorare in un Paese dove mi cambiano le regole in corsa, non so lei ma io credo che mi lamenterei eccome! Magari in maniera civile. da "signori", insomma.

    5. L’errore è alla base: si deve venire in Italia SOLO e SOLO se si ha un lavoro sicuro….quando sono arrivati in Italia da clandestini , già allora erano nell’illegalità, sapevano di non poterci stare…quindi non si sarebbe neppure posto il problema dell’emanazione/interpretazione della circolare. Le regole NON sono cambiate: i CLANDESTINI in Italia non possono stare……almeno fino a quando la Sinistra non tornerà al Governo ( probabilmente presto…..è anche questa la bellezza del Nostro Paese,,l’alternanza…)

    6. Mi permetto di contraddirla: qui diventa "clandestino" anche chi perde il lavoro "sicuro" che aveva… Tra l’altro, cosa intende al giorno d’oggi per lavoro "sicuro"? Un interinale col contratto di tre mesi? Cosa direbbe il "signore" ad un interinale? Se non ti va bene così…?

    7. Gentile Alessandra, se in Paese che non è il Tuo non hai un lavoro, come vivi? Quindi non hai lavoro, diventi clandestino, NON puoi stare in Italia, altrimenti vai ad alimentare la criminalità che già ne abbiamo a sufficienza della nostra. E se , oggi è difficoltoso trovare anche per gli italiani un lavoro "sicuro", significa , per ii bene di tutti, che NON abbiamo bisogno di altra forza lavoro. E se qualche "ricco" italiano vuole al proprio servizio manodopera straniera deve garantire anche ,oltre al lavoro, un alloggio decoroso e….vedrà che alla fine ,a parità di condizioni, preferirà dar lavoro a qualche Nostro connazionale

    8. ….Ad un Italiano , che vive nel Suo Paese, non puoi dire di andarsene se non ha un lavoro "sicuro"…siamo un pò obiettvi….

    9. soprattutto su due punti: primo che se a qualcunon nno piace l’italia se ne puo pure andare,di sicuro non ne sentiremo la mancanza!

      secondo che per essere italiani bisogna proprio avere tanta ma tanta pazienza….

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