Torri (Cisl): “Colpa dei ritardi del ministero, ma non è coi presidi che si risolve la situazione”

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Quello che sta succendo è colpa del governo – che tiene in un cassetto la circolare che potrebbe sbloccare la situazione – ma anche dei "maestri della lotta" che "drammatizzano" la situazione. "Non è con i presidi che si risolve la situazione". E’ questo il pensiero di Enzo Torri, segretario della Cisl di Brescia.

Ecco il testo completo della nota:

“Da giorni – e non lo dico solo io, lo hanno detto alcuni parlamentari incontrando il Prefetto – il Ministero dell’Interno ha pronta la circolare che potrebbe dare corso al riesame dei permessi di soggiorno respinti per un reato, la clandestinità, che la Corte di Giustizia Europea prima e il Consiglio di Stato poi hanno cancellato. Dunque, quel che sta succedendo è da mettere in conto innanzitutto ai ritardi del Ministero. La “gestione” della protesta degli immigrati ci ha messo ovviamente del suo a complicare una soluzione che avrebbe bisogno di percorsi più condivisi dalla comunità . Se si mettono in cattedra i maestri della lotta, perché mai immigrati ridotti alla disperazione dovrebbero pensare che alla soluzione si può arrivare con la tenacia di un percorso che rinuncia alla drammatizzazione? Una donna che ha perso il lavoro ha scritto recentemente ad un quotidiano locale domandando se anche lei doveva salire su qualche gru per avere attenzione al suo problema. Bisognerebbe riflettere su quella lettera. Non è normale che il problema, vero, reale di un centinaio di immigrati venga trattato e raccontato in un crescendo ansiogeno com’è avvenuto e come sta avvenendo nella nostra città, perché d’ora in poi chiunque si sentirà autorizzato a fare qualcosa di clamoroso per ottenere quel che vuole, anche solo mezza pagina di giornale o un’intervista in televisione. Non è con i presidi che si aiutano gli immigrati a costruire il loro futuro: queste sono scorciatoie che mandano a vuoto i tanti sforzi che si fanno nella nostra città e nella nostra provincia per costruire, senza sconti, né agli immigrati e tanto meno ai bresciani, integrazione e desiderio di comunità. Non è un percorso che si impone occupando una piazza o salendo sul tetto di Palazzo Loggia. C’è purtroppo chi lo pensa, ma sbaglia, di grosso”.

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1 COMMENT

  1. sono d’accordo, l’ordine e le regole di vita comune prima di tutto, se no tutti gli alberi di brescia sarebbero strumenti non più di dialogo civile, ma di pretesa e di violenza. io questo ben issa per dare l’esempio lo arresterei subito per aver commesso un reato

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