Frutta e verdura, regine della dieta estiva dei lombardi, tra chi vuole essere in forma per le vacanze e chi in questi giorni di caldo sceglie una alimentazione più fresca e leggera. Ma anche sempre più cibi di qualità che con 106 prodotti tra registrazioni, pubblicazioni o domande presentate, (il 30,6% dei relativi prodotti riconosciuti e tutelati dall’Unione Europea) vedono l’Italia indiscussa dominatrice europea per Dop, IGP e STG. Ci seguono distanziate la Spagna (17,1%) e la Francia (14,2%). Si va dal radicchio alle castagne, alla cipolla, al ficodindia ma primeggiamo anche con carciofi, arance, limoni e pistacchi e con le lombarde, pera mantovana, melone della bassa Lombardia e mele della Valtellina.
Le imprese del settore frutta e verdura in Lombardia. Sono quasi 31 mila le imprese lombarde attive nel settore, tra coltivazione, lavorazione e conservazione e commercio, il 5,1% del corrispondente totale italiano. Se si considera l’intero comparto le prime posizioni del podio sono occupate da Pavia e Mantova con rispettivamente il 22,1% e il 18,7% delle imprese regionali. E se Pavia è la regina della coltivazione, a partire dai vigneti anche per la trasformazione in vino, con il 24,8% delle imprese di settore, Milano è prima per incidenza di aziende del commercio al dettaglio (24,1%) e soprattutto all’ingrosso (46,2%) e ambulanti (41,4%). Emerge da un’elaborazione Camera di commercio di Milano su dati registro imprese al quarto trimestre 2010.
L’interscambio della Lombardia. Nel 2010 la Lombardia ha sfiorato i 400 milioni di euro di interscambio di frutta, verdura e ortaggi, pari quasi a un decimo del corrispondente totale italiano (9,5%). Per oltre 270 milioni di euro si tratta di importazioni, in particolar modo provenienti dall’Unione europea (87,4% dell’import lombardo). Tra le province prima è Milano con il 25% dell’interscambio regionale, seguita da Lodi (19,7% e prima per export con il 33,5% lombardo) e Brescia (11,8%). Ma quali sono i prodotti più scambiati dall’Italia? Frutta a guscio, banane, ortaggi freschi o refrigerati i prodotti più importati (rispettivamente per 549, 375 e 265 milioni di euro al 2010), mele, pere, uva e frutta come fragole e lamponi i più esportati (per rispettivamente 730, 562 e 414 milioni di euro). Emerge da un’elaborazione Camera di commercio di Milano su dati Istat a dicembre 2010.
“La competitività si gioca anche sulla qualità – ha dichiarato Carlo Franciosi, membro di Giunta, della Camera di Commercio di Milano e presidente Coldiretti Milano e Lodi –. Il nostro è un territorio capace di esprimere l’eccellenza nei cibi e nella gastronomia grazie ad una materia prima che è diventata un fattore di attrattività e che trova un punto di riferimento nella dieta mediterranea, conosciuta a livello internazionale, in cui frutta e verdura hanno un ruolo strategico nella bilancia degli apporti nutritivi”.