Caffaro, i soldi per le bonifiche non andranno persi. Ma la vera soluzione sarà nel Pgt

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    (da.bac.) I 6,7 milioni del ministero per le bonifiche dell’area Caffaro non andranno persi. La Loggia ha infatti trovato "la quadratura del cerchio", come l’ha definita  l’assessore all’ambiente Paola Vilardi in modo da non perdere i finanziamenti e al contempo non sforare il patto di stabilità. Il nodo era infatti quello: nel momento in cui quei fondi – assegnati ancora nel 2006 al sito di interesse nazionale Brescia Caffaro, ma mai arrivati a Brescia – fossero entrati nelle casse del Comune, sarebbero scattate le rigide maglie del Patto. “L’intuizione” degli assessori Paola Vilardi e Fausto Dimezza, titolare della delega del bilancio, è stata allora quella di rinunciare al ruolo di soggetto attuatore, vale a dire l’ente che prende i soldi e gestisce le operazioni di bonifica. “Avremmo preferito farlo noi” ha spiegato Vilardi “ anche perché in questi anni i nostri uffici hanno sviluppato competenze e capacità e nessuno come il responsabile del settore Ambiente, l’ingegner Angelatonio Capretti, conosce nel dettaglio la situazione. Ma di fronte al rischio di perdere i soldi” ha aggiunto “era l’unica strada da percorrere”.  

    La soluzione tecnica è stata dunque quella di nominare Sogesid, società in house del Ministero dell’Ambiente, quale soggetto attuatore. In pratica i soldi verranno dati alla società (invece che al Comune) e sarà poi questa ad occuparsi degli appalti e dei lavori di bonifica. Il tutto, ha però precisato Vilardi, "secondo la regia di palazzo Loggia che detterà le priorità". Venerdì la giunta ha dato il via libera all’operazione. A settembre ci sarà un vertice al ministero e, se tutto andrà bene, con il nuovo anno si potranno vedere le ruspe al lavoro.

     

    Una goccia nell’oceano

    I 6,7 milioni, lo ricordiamo, erano stati assegnati secondo un piano d’intervento articolato in una dozzina di punti: lo studio di fattibilità per la bonifica della falda, la messa in sicurezza delle rogge,  la bonifica del parco Gavia, la progettazione degli interventi sui terreni e sui giardini privati, la messa in sicurezza delle discariche Vallorsa (a Passirano), Pianera (a Castegnato) e per quella di via Caprera. Come si vede si tratta più che altro di operazioni preliminari (progettazioni, messa in sicurezza, studi di fattibilità) e non di bonifiche vere e proprie. I 6,7 milioni non sarebbero infatti sufficienti (si calcola che per il solo terreno ne servirebbero almeno 35, molti di più per la falda). Si tratta insomma di una goccia nell’oceano, utile ma non certo sufficiente. Ecco perché,  ha spiegato Vilardi, la soluzione del problema sarà affidata al Pgt. Il piano di governo del territorio potrebbe infatti “venirci in aiuto”, ha aggiunto Vilardi. Come è presto per dirlo, anche se è chiaro che alcune aree agricole potrebbero diventare edificabili. Ma tra le ipotesi al vaglio c’è anche quella del più grande parco fotovoltaico d’Europa, emersa alcuni mesi fa.

     

     

    Snellire le procedure

    Quel che invece è certo è che la Loggia si sta muovendo per cercare di snellire le procedure burocratiche. Tutta l’area ricompresa nel sito d’interesse nazionale ricade nelle competenze del ministero. In pratica qualunque metro cubo di terra si muova in quella zona deve passare attraverso il via libera degli uffici romani. Una procedura che comporta lungaggini e dilatazione infinita dei tempi. La Loggia aveva provato a verificare l’uscita dal sito d’interesse nazionale, ma la strada non è percorribile. “Stiamo però verificando con la Regione di sottoscrivere un altro accordo per snellire le procedure, soprattutto per i privati che oggi, anche per una semplice ristrutturazione, devono aspettare anche tre o quattro anni”. 

     

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    1 COMMENT

    1. soluzione nel pgt??? ok, vorrà dire che al posto dei campi ci ritroveremo con altre palazzine. altro cemento e altro invenduto. una soluzione davvero geniale!

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