I rifiuti a Edolo diventano spettacolo. Per riflettere

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    Venerdì 15 luglio Archeoweek Festival della Preistoria porta in scena, nell’incantevole cornice della Piazza San Giovanni a Edolo, lo spettacolo Asso di Monnezza, che si inserisce nel filone della drammaturgia civile e di denuncia già percorso da Ulderico Pesce con Storie di Scorie: il pericolo nucleare italiano. Il testo è stato scritto in base alla documentazione ufficiale della Magistratura italiana e al Rapporto ecomafie di Legambiente, molte delle indagini citate sono ancora in corso, e nello spettacolo si denunciano i Clan della Camorra che si dedicano a questa fruttuosa attività, i funzionari delle Istituzioni pubbliche coinvolti e i titolari delle “finte” ditte di compost fertilizzante per l’agricoltura che sempre più spesso scaricano rifiuti tossici sulla terra agricola. L’attore confeziona e porta in scena una storia di monnezza, che non è una schifezza e che anzi è un bene per chi la trasforma in oro colato, un traffico di dimensioni inimmaginabili per un giro d’affari altrettanto vertiginoso. Lasciando parlare i numeri, estratti dalla documentazione ufficiale, Pesce racconta di poveri cristi, nati o vissuti nei pressi delle discariche o che trovano la loro unica fonte di sostentamento nel trasporto di rifiuti tossici. Qui la lingua nazionale si innesta sul vernacolo lucano, le vicende si sovrappongono, diventano transregionali rivelando che i "cattivi" non sono sempre e solo i soliti ma sono anche “giù al Nord”.

    Dal racconto emerge una triste realtà: il vero asso nella manica è “quello di monnezza”, vale a dire che l’immondizia smaltita illegalmente offre una grande possibilità di arricchimento soprattutto alla malavita, e vìola irreparabilmente Nostra Madre Terra.

    Asso di Monnezza è la storia di Marietta e della sua famiglia. Marietta è nata nella periferia di Napoli, a Pianura. Il balcone della sua casa si affaccia su una discarica di “monnezza” dove da 40 anni sono state versate tonnellate di rifiuti. Nata in una famiglia poverissima il suo primo giocattolo l’ha trovato proprio in questa discarica: una bambolina spelacchiata che ancora conserva; ma la discarica e i suoi fumi tossici le ha portato via tutta la famiglia, i genitori e una sorella stroncati da tumori. Rimasta sola Marietta si sposa con Nicola e va ad abitare in una masseria agricola a Giugliano, alle porte di Napoli, dove presto arriverà un’altra discarica. Marietta è marchiata dalla “monnezza” pertanto la odia ma, dopo un viaggio fatto a casa della sorella Marisa, nel quartiere Colli Aniene di Roma, dove si fa la raccolta differenziata porta a porta, cambia vita. Torna a Giugliano, che come sempre è sommersa dai rifiuti e cerca, invano, di convincere le autorità a praticare gli stessi metodi scoperti nel quartiere di Roma. Nulla potendo comincia a praticare la raccolta differenziata porta a porta in assoluta autonomia. Se Marietta e i figli raccolgono l’immondizia il marito Nicola e l’altro figlio Cristian la “nascondono”, nel senso che sono due malavitosi che smaltiscono, in cambio di molti quattrini, rifiuti industriali pericolosissimi provenienti dal Nord che loro gettano nel mare, nei fiumi, in discariche o direttamente sulla terra agricola.
    Il conflitto tra Marietta e il marito Nicola diventa il conflitto tra due modi di concepire l’ambiente, la legalità e la vita in genere.

    Per informazioni:
    – Agenzia Turistico Culturale Comune di Capo di Ponte 334/6575628 0364/42104 [email protected]
    – Centro Camuno di Studi Preistorici – 0364.42091 – [email protected]

    Asso di Monnezza – i traffici illeciti di rifiuti

    Venerdì 15 luglio ore 21
    Edolo – Piazza San Giovanni

    In caso di maltempo Sala Convegni della Biblioteca – via Porro
    Ingresso libero e gratuito fino ad esaurimento dei posti disponibili

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