E ora Brixia Sviluppo punta a creare una piccola Silicon Valley in città

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    (da.bac) Creare una piccola Silicon Valley a Brescia, portando in città aziende come Microsoft o Intel Labs. E’ questo l’obiettivo (o il sogno) a cui sta lavorando Brixia Sviluppo, la società creata dalla Loggia per gestire investimenti immobiliari e azioni di riqualificazione urbana. Dopo alcune discusse operazioni (come l’ex Oviesse), la spa guidata da Riccardo Franceschi è pronta per la “fase due”: programmare e sviluppare azioni di marketing territoriale. Vale a dire porsi come soggetto in grado di mettere in rete i privati, creando un’unica immagine per promuovere fette di territorio cittadino. Un esempio? La “Cittadella corridoio 5”, ovvero un “ombrello” sotto cui si potrebbero riunire tutti gli operatori che hanno terreni e immobili nel quadrante ovest della città, dal comparto Milano fino alla fiera e alle tre torri. E illustrare questa proposta – con tutte le sue potenzialità – ai grandi marchi internazionali.

    Presidente, Brescia potrebbe davvero attirare queste grandi aziende?

    “Credo che Brescia debba puntare ad attrarre capitali e investitori. Non possiamo pensare di venderci sempre tra di noi le stesse cose. Pochi mesi fa Intel Labs cercava una sede nel nord Italia. Mi sono accorto che a Brescia nessuno, tra gli operatori, ne sapeva nulla. Stessa cosa per Microsoft, che ha messo radici nell’hinterland milanese. Eppure noi potremmo essere una piazza competitiva: abbiamo buoni collegamenti con Milano, con la Tav si arriverà in stazione centrale in 22 minuti. Meno che da Assago. Con la differenza che ad Assago l’affitto di uno spazio per il terziario costa 400 euro al mq, a Brescia 150 -180 euro. Ma per poter essere appetibili, bisogna creare un’offerta organica, un “pacchetto” di opportunità. La questione è legata alla nostra struttura imprenditoriale. Se ognuno si rappresenta all’esterno da solo fa molta più fatica, se invece si fa sistema e ci si presenta come un unicum l’offerta può risultare accattivante.  Intel Labs aveva bisogno di 5-7 mila mq. E magari voleva aver vicino spazi per i fornitori. O abitazioni da offrire ai propri manager o dipendenti. Ecco, Brescia deve sfruttare queste occasioni”.

    E in questo quadro quale sarebbe il ruolo di Brixia Sviluppo?

    “Io penso che le potenzialità della società siano anche queste: mettere in campo visioni strategiche e porsi quale soggetto che le può attuare. Ovvero quel soggetto che può fare da traino verso i mercati e attirare risorse economiche non bresciane. La cittadella potrebbe essere un’operazione interessante: noi lavoreremmo con capitali privati ma faremmo un’azione di marketing urbano che il Comune non può fare. La Loggia non può andare dagli operatori e dire: “Guardate che in quella zona ci sono occasioni di investimento”. Eppure sarebbe nel suo interesse. Noi come società potremmo offrire questo servizio ai privati, ed essendo a capitale pubblico garantiremmo l’interesse generale dell’operazione. Insomma, dovremmo essere il soggetto tecnico che va a suonare il campanello delle grandi imprese (Microsoft, Intel Labs…) per far sapere loro che a Brescia ci sono possibilità di investimento”. 

    Ma dal punto di vista urbanistico non si corre il rischiano nuove colate di cemento?

    “No, tutt’altro. Si ridisegnerebbe la città facendo vestiti su misura: basta costruire grandi superfici in modo di avere tanto da vendere, con il rischio che resti lì per anni; si costruirebbe solo quello che serve”.

    Ma a che punto siamo? C’è qualcosa di concreto?

    “L’idea c’è e Brixia ha tutte le caratteristiche per portare avanti il progetto. Informalmente ho già incontrato qualche operatore. Ma se attorno alla società ci fosse un altro clima saremmo certamente più avanti. Non pretendo che vi sia un clima idilliaco, per carità. La polemica e la battaglia politica ci possono e devono stare. Ma quando sono sterili come nel nostro caso producono solo effetti negativi”.

     

    Un’altra operazione che avevate annunciato era quella legata ai negozi sfitti del centro storico. A che punto siamo?

    "Stiamo andando avanti nell’esplorazione. Ma va chiarita subito una cosa: il nostro intento non è certo quello di comprare negozi e affittarli a canone agevolato. Sarebbe un doping del mercato. Noi vorremmo riuscire a essere il partner tecnico delle grandi società commerciali, quelle per capirci che gestiscono gli outlet village o i centri commerciali. Loro hanno il know how che stiamo cercando e potrebbero portare i grandi marchi in quel centro commerciale naturale che è il centro storico di Brescia. Il nostro intento è far percepire loro che c’è un luogo naturale dove possono operare. E’ chiaro però che queste società non vanno alla ricerca di 30-40 negozi, trattando con decine di proprietari diversi. Serve qualcuno che prepari il “pacchetto” in modo da firmare un unico contratto. Insomma, noi potremmo cercare i locali avendo poi la garanzia che c’è qualcuno che li gestisce e ci mette i grandi brand.  Ci potrebbe essere una quota driservata a imprenditoria giovanile e lì allora potrebbe intervenire Brixia con canoni agevolati per uno, due anni".

    In che tempi si potrebbe vedere qualcosa di concreto?

    "Il progetto potrebbe partire già nel 2012. La difficoltà è reperire gli immobili, perché spesso i proprietari preferiscono tenerli chiusi piuttosto che venderli".

    E la nuova sede della Polizia Locale in centro storico?

    "Potremmo avere l’immobile per metà settembre. Per non incorrere in altre polemiche pretestuose ci siamo affidati a un ente terzo, Pro-Brixia, l’agenzia speciale della Camera di Commercio che cura il borsino immobiliare. L’immobile individuato è a metà di via San Faustino e – se verranno confermati alcuni dati – tutto si dovrebbe concludere subito dopo l’estate. In questo modo il centro storico avrà un vero e proprio distaccamento della Polizia Municipale e non un semplice punto di appoggio come è ora, per altro inadeguato per chi ci lavora".  

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    1 COMMENT

    1. Una domanda sui terreni acquistati nel mantovano (per trasferirci i nomadi "bresciani"), ci poteva anche stare. Magari per sapere se questi terreni li abbiamo ancora in groppa o se sono riusciti a venderli almeno a metà di quanto ce li hanno fatti pagare…

    2. Per ora mi preoccuperei delle tasche vuote: le nostre. Ai bresciani è piaciuto l’acquisto dei terreni nel mantovano, finiti poi in un flop? A me non tanto…

    3. Mah…capisco i dubbi sulla società e su alcune operazioni del passato. Ma l’idea a me non sembra così male. Questa città ha bisogno di programmazione urbanistica e credo sia meglio una visione unitaria come quella di Franceshi piuttosto che uno spezzatino. Resta da capire quanto la sua idea sia realistica ma se andasse in porto potrebbe essere una buona cosa per la città

    4. Sono d’accordo con Mino. Purtroppo in questa città si fanno solo guerre di religione, senza mai entrare nel merito delle proposte. Una cosa la dice Paroli? Per quelli di sinistra è una str…. Fa una proposta Corsini? Per quelli di destra non è nemmeno da ascoltare. Così non si fanno grossi passi avanti. L’idea di una "cittadella corridoio 5" sarebbe tutta da valutare. Ma è comunque un tema interessante su cui mi piacerebbe dibattere seriamente, con spirito libero e senza preconcetti…

    5. Con la credibilità conquistata con il terreno per i Sinti e l’ex Oviesse Franceschi e Bruni Conter non possono che essere seppelliti dalle risate

    6. La questione del costo dell’ex Oviesse è anocora da chiarire. Ma il ragionamento di Franceschi è intelligente e degno di essere preso in considerazione. Credo anch’io che sia interesse della città poter programmare lo sviluppo urbanistico di alcune sue zone e l’operazione che ha in mente andrebbe valutata con molta attenzione. Io dico che sarebbe una cosa positivia

    7. Franceschi ha ragione, questa città ha bisogno di progetti nuovi e di grandi progetti! Avanti tutta con la cittadella corridoio 5!!!!!

    8. Prima di creare una piccola silicon valley proviamo a risolvere il grande problema dell’inquinamento di inceneritori&co?

    9. Ma che titolo e con quali soldi brixia sviluppo intende fare l’ennese inutili cose?.
      Occorre un mandato del consiglio comunale o se le devono pagare gli amminitratori della società queste belle idee

    10. Interessante. L’importante è che non si esaurisca in un’operazione immobiliare. Quando al Consiglio comunale, se lo statuto societario approvato dal medesimo lo permette, chiedere il passaggio in consiglio è una delle frasi fratte di ogni opposizione.

    11. Questa maggioranza deve essere meno titubante, date forza allo strumento Brixia, è una grande opportunita di cui Brescia ha bisogno, abbiate più coraggio vi abbiamo eletto per governare e decidere, forza Franceschi.

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