Addizionale Irpef, Toffoli (Pdl) contro l’opposizione: fate demagogia

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    Con una lettera il consigliere comunale del Pdl Roberto Toffoli critica la raccolta firme del centrosinistra contro l’Addizionale Irpef, accusando l’opposizione di demagogia.

    ECCO IL TESTO DELLA LETTERA

    C’è un proverbio che recita «il lupo perde il pelo, ma non il vizio»: potremmo parafrasarlo sostenendo che «certa sinistra perde falce e martello, ma non le cattive abitudini». In particolare, non perde la demagogia del far passare come vere quelle che, invece, sono falsità. Altra cattiva abitudine, quella di chiedere quelle riforme e quelle opere che, se realizzate da altri, allora vengono presentate come ostili al popolo o all’ambiente.

    Un tipico esempio di queste cattive abitudini è l’iniziativa del centrosinistra per una raccolta di firme contro l’addizionale IFPEF votata dal Consiglio Comunale.

    A nessuno piace imporre tasse ai propri cittadini, tantomeno a ridosso della campagna elettorale, indipendentemente dallo scopo sono mal viste soprattutto in un paese dove tasse e balzelli non mancano ed è sicuramente banale e demagogico raccogliere firme contro qualsiasi tassazione: purtroppo, a Brescia l’addizionale IRPEF si è resa necessaria proprio per porre rimedio ai danni commessi da vent’anni di governo cattocomunista, in particolare per porre rimedio al “buco” di bilancio lasciatoci per quanto concerne la metropolitana.

    Ricordo ancora molto bene il primo Consiglio Comunale di questo mandato, quando la sinistra si riempiva la bocca per averci lasciato un bilancio “a posto e florido”, dimenticando di fare accenni all’altissimo debito, ben nascosto che avrebbe messo in crisi l’amministrazione comunale, relativo appunto alla realizzazione della metropolitana. Forse, ci sono anche gli estremi per parlare di “falso politico in bilancio”.

    Pur essendo stati contrari, come per altro erano stati contrari i bresciani quando sono stati chiamati ad esprimere il loro parere in merito: i sedicenti “democratici” hanno fatto orecchie da mercante ai due referendum, e ora tocca a noi completarla. Col passare del tempo, sono anche emerse le difficoltà finanziarie, dato che non erano state previste le coperture economiche per le opere complementari (parcheggi e altro, per un totale di 80 milioni di euro), e la totale assenza di una politica, sempre da parte della precedente amministrazione, sulle riserve (avanzate dal costruttore) per opere contestate, che ogni giorno aumentavano e che si avviavano inesorabilmente a 600 milioni di euro, contro un costo totale dell’opera di circa 900 milioni di euro.

    L’amministrazione Paroli è tuttavia riuscita a ridurre da 80 a 25 milioni il fabbisogno per le opere complementari, e da 600 a 30 milioni il problema delle riserve dell’impresa costruttrice. D’altro canto, il rincaro dei materiali e opere non previste nel progetto iniziale hanno prodotto aumenti di altri 75 milioni portando i costi aggiuntivi a circa 100 milioni di euro. L’obiettivo è stato raggiunto a costo zero per la città, a differenza di quanto la precedente amministrazione prevedeva avendo proposto un arbitrato dall’esito incerto e con un costo certo, legato all’attività di arbitrato, costo che è proporzionale al valore della contesa, quindi pari ad alcune decine di milioni di euro.

    Per giunta, sulle opere non previste va evidenziata la pochezza della giunta precedente che non aveva previsto i tornelli d’ingresso, la copertura delle fermate mentre aveva previsto le scale mobili solo fino a metà dei piani che separano la stazione dalla superficie (circa tre piani) alla faccia dell’abbattimento delle barriere architettoniche e della fruibilità dell’opera da parte degli anziani.

    Nonostante tutti gli sforzi e i tagli, da noi fatti, Brescia si troverà nei prossimi trenta anni a dover pagare 13 milioni di euro per il mutuo contratto per il pagamento di parte della metropolitana (e questo è il motivo dell’addizionale IRPEF).

    Si dovranno pagare, invece, dai 20 ai 30 milioni di euro l’anno, se non di più e per sempre, per le spese di gestione, manutenzione e per il mantenimento del costo del biglietto a 1,20 euro a corsa (la sinistra lo aveva ipotizzato a 1,90 euro il più caro del mondo e non applicabile perché la legge oggi ci consentirebbe di portarlo massimo a 1,40 euro). Il calcolo prevede un bacino di utenza di 500.000 utenti e 50 milioni di passeggeri l’anno, previsione a mio parere illusoria per eccesso.

    Mi chiedo seriamente, e su quest’argomento mi farebbe piacere sapere come la pensano i nostri concittadini, se a fronte di un’ulteriore spesa di 600 milioni di euro, per i prossimi trenta anni, nella migliore delle ipotesi, e a un costo di gestione che a stento la città potrà sostenere, non valga la pena di abbandonare tale progetto per trasformarlo in qualcosa di diverso.

    La mia lettera, quindi, è un invito a non aderire alla proposta della sinistra bresciana, di firmare per abolire quella che sostengono essere una tassa “ingiusta ed ingiustificata”: si tratta, invece, di porre rimedio ai danni prodotti dalla decisione di ignorare il risultato dei due referendum ed ostinarsi a realizzare la metropolitana.

    L’alternativa alla tassa, infatti, sarebbe quella di tagliare i servizi o vendere, per risolvere solo temporaneamente il problema, i gioielli di famiglia che i bresciani hanno costruito nel tempo (A2A, gli immobili comunali, la centrale del latte, le farmacie comunali, ……), ingiusta perché la pagheranno, di più, le persone che probabilmente la useranno di meno o mai (redditi alti), secondo un principio di chi più guadagna più paga che la sinistra ha contestato in Consiglio Comunale (l’IRPEF è applicata per scaglioni).

    Concludendo, la raccolta di firme è pura demagogia e ricerca di visibilità elettorale, da parte di chi non ha più idee. La sinistra cattocomunista ha infatti ammesso che, essendo il precedente Sindaco sicuro di non poter essere rieletto, “si rimandavano ulteriori azioni economico finanziarie a dopo il 2008”: praticamente «Après nous le déluge», “Dopo di noi il diluvio”, come diceva Luigi XV quando veniva criticato per le spese. D’altro canto, già Winston Churchill sosteneva che “La sinistra è come Cristoforo Colombo, parte senza sapere dove sta andando, quando arriva non sa dove è e tutto questo con i soldi degli altri”. Almeno Colombo scoprì l’America, mentre loro neanche l’acqua calda del termo valorizzatore che rinfacciavano al compianto Sindaco Bruno Boni. Ci hanno lasciato un “buco” fisico e di bilancio dal quale la città si risolleverà con difficoltà e con gradi sacrifici nei prossimi trenta/quaranta anni, e per giunta raccolgono le firme per evitare che possa essere pagato. A meno che non intendano fare come Pisapia che, appena eletto a Milano, ha subito aumentato il costo del biglietto della metropolitana.

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