Abrogazione del sistri, il plauso di Confartigianato

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    Come probabilmente molti hanno letto sui giornali il Sistri….è sparito!  Per effetto dell’art. 6 titolo II del  DL 13 agosto 2011 n. 138 gli articoli di legge recanti le norme istitutive del SISTRI nonché i Decreti Ministeriali Tecnici sono stati abrogati.

    La prima conseguenza operativa è che le scadenze del 1° settembre e del 1° ottobre non hanno più alcun significato normativo concreto. Naturalmente, la particolare natura della norma, che necessita di una legge di conversione entro il 12 ottobre, fa sì che queste misure siano sottoposte a discussione parlamentare. Sarà quindi necessaria una verifica analizzando la norma definitiva che risulterà all’atto della emanazione della legge di conversione.

    E’ in corso di svolgimento un nutrito dibattito tra le forze politiche e tra le parti sociali e quindi non è scontato che l’abrogazione secca del Sistri permanga tale. Siamo a conoscenza del fatto che i tecnici del Ministero dell’Ambiente hanno avuto mandato politico di esplorare possibilità di annullamento, magari parziale, della citata abrogazione. E questo ci allarma non poco.

    Il Decreto Legge comunque conferma gli obblighi di registrazione sul registro e del formulario e, di conseguenza il relativo apparato sanzionatorio. Per ora quindi il comportamento aziendale deve proseguire con l’assolvimento degli obblighi di registrazione/compilazione tradizionali

    La soddisfazione di Confartigianato Imprese Unione di Brescia per l’abolizione del SISTRI non compensa tuttavia l’amaro in bocca delle imprese associate lasciato dal caotico e poi mancato avvio del SISTRI che avrebbe comportato per le imprese artigiane un pesante aggravio in termini di costi e complicazione degli adempimenti.

    Dopo numerose modifiche e decreti di nuove proroghe – dice Eugenio Massetti, presidente di Confartigianato Imprese Unione di Brescia – con la manovra di ferragosto di è finalmente preso coscienza di un serio problema che andava risolto. Tuttavia occorre tenere alta la guardia da un lato per impedire che tale abolizione si trasformi in un regalo alle Ecomafie (altrettanto dannoso per le imprese) e dall’atro per capire chi alla fine pagherà il conto, visto che decine di migliaia di imprese si sono già iscritte ed hanno già pagato i contributi: questi soldi versati devono necessariamente essere restituiti alle imprese, senza tentennamenti.

     

    Forse sarà il caso di verificare ora, e  se l’abolizione sarà portata a termine – sottolinea Carlo Piccinato, Segretario Generale di Confartigianato Imprese Unione di Brescia –  la possibilità legale di mettere in atto una vera e propria Class Action per recuperare i soldi già spesi dalle imprese per un sistema con non è mai partito e che addirittura sembra non esistere. Si tratta di 35 milioni di euro, raccolti nei due anni passati presso le imprese, in particolare la miriade di imprese artigiane coinvolte (piu di un milione di euro solo in provincia di Brescia).

     

    L’idea che non deve passare è comunque che siano le imprese a rifiutare i controlli su una corretta gestione dei rifiuti. E’ vero che il Sistri così com’è e non lo vogliamo ma è necessario porre l’accento sul fatto che quello che non ci va giù è il modo di operare di questo mostro inapplicabile, una su tutte quella del malfunzionamento della piattaforma e dell’incompetenza fin qui evidenziata dell’intera struttura:: non si era mai visto un testo unico (peraltro illeggibile) su una norma che ha poco più di un anno di vita.

     

    E non è che resuscitando il Sistri con la falsa promessa di modifiche e aggiustamenti queste cose miglioreranno, anzi, contribuiranno a confondere ancora di più un quadro già di per sé inaudito E’ per questo che invitiamo tutti i parlamentari bresciani a contribuire fattivamente perché su questa idea del Sistri sia finalmente messa sopra la pietra tombale.

    Verrebbe da dire: grazie per l’impegno fin qui profuso, ma abbiamo altri problemi, tipo la crisi economica.

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